Ue rilancia obbligo taglio emissioni salirà al 55%

Ciminiere emettono gas serra.
Ciminiere emettono gas serra. (Ansalatina)

BRUXELLES. –   La Commissione europea si dà una nuova agenda decennale per il clima, guardando a costi e benefici. Il vicepresidente dell’Esecutivo Ue Frans Timmermans e la commissaria all’energia Kadri Simson hanno presentato il piano per aumentare il target di riduzione delle emissioni 2030 dal 40% attuale ad almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990. Target che entrerà nella legislazione Ue.

I capi di Stato, che avevano invitato la Commissione a esplorare la possibilità ipotesi tra il 50 e il 55%, difficilmente lo metteranno in discussione in modo sostanziale.

Aumentare del 15% l’obiettivo di riduzione delle emissioni, si legge nel piano, significa dover investire 90 miliardi l’anno in più nel solo settore energetico. Per i prossimi 10 anni servirá uno sforzo superiore di 350 miliardi rispetto a quanto l’Ue ha speso per ridurre le emissioni negli ultimi 10. Non è poco per le economie europee alle prese con la crisi della pandemia.

Per reperire risorse ci sono i fondi per la ripresa e le iniziative Ue per coinvolgere la finanza nella missione del Green Deal, dalla tassonomia per gli investimenti ai Green Bond. C’è anche da mettere in conto quanto costerebbe non intervenire con i cambiamenti climatici che accelerano.

Secondo i calcoli di Bruxelles, la nuova agenda del taglio delle emissioni consentirebbe di risparmiare sulle importazioni di energia dell’Ue 100 miliardi nel periodo 2021-2030 e fino a 3mila entro il 2050. I benefici sui livelli di inquinamento, sull’ambiente e la salute pubblica sono stimati in 110 miliardi in 15 anni, grazie alla diminuzione dello smog.

Le morti per particolato fine (PM2,5), passerebbero da quasi 11mila l’anno a poco più di 5mila. “Per alcuni settori la transizione sarà più facile, per altri meno”, ammette Timmermans. E si riferisce “ai consumi delle famiglie”.

L’analisi della Commissione stima che la rinnovata ambizione climatica causerà aumenti potenziali moderati sulle bollette. Ma le variazioni di prezzi avranno un impatto negativo maggiore sul benessere delle famiglie a basso reddito. “Questo ci deve spingere ad avere una particolare attenzione alle diseguaglianze e al rischio di povertà energetica”, ha detto Timmermans.

Estendere il mercato delle emissioni Ue a uno dei più settori problematici, quello del trasporto su gomma – come si ipotizza nel piano di Bruxelles – potrebbe aumentare i prezzi del carburante alla pompa “fino al 14% al litro” secondo le stime della Ong Transport & Environment.

Anche la Confederazione europea dei sindacati (Etuc) lancia un segnale d’allarme: il piano “non fornisce garanzie su una transizione giusta” per quanto riguarda i lavoratori e “la recente decisione del Consiglio di ridurre l’importo del Fondo per una transizione giusta da 40 miliardi di euro”, come proposto dalla Commissione “a 17,5 miliardi di euro non fa ben sperare”.

(di Angelo Di Mambro/ANSA)

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