Veneto: voto disgiunto e sirene Zaia, caos nel Pd

Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia al termine della riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni,
Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia al termine della riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni, Roma 4 agosto 2020. ANSA/FABIO FRUSTACI

VENEZIA. – Più che una campagna pare un ‘calvario’ elettorale quello che il Pd sta affrontando in Veneto, tra i guai di salute del candidato Lorenzoni (in isolamento per il Covd), le illazioni di inciuci con Zaia post-voto, e il fuoco amico dai candidati Dem. Che, per una preferenza in più, si arrendono al ‘nemico’ invitando al voto disgiunto, anche se l’altro è il principale avversario.

“Se proprio non ce la fai a non votare Zaia, ricordati del voto disgiunto” ha prospettato in un video Stefano Artuso, avvocato 33enne, candidato veneto del Pd. Più o meno ciò che aveva già fatto un circolo Dem del vicentino, in favore della candidata locale, Chiara Luisetto, “..se un vostro amico non è intenzionato a votare Lorenzoni”.

Chiaro che il professore, dalla casa di Padova dov’è in isolamento, non viaggi sulle ali dell’entusiasmo. Lorenzoni ci ha anche messo del suo, rispondendo in modo affermativo quando in un’intervista gli è stato chiesto se credesse a voci secondo le quali “Zaia potrebbe allearsi con il Pd, in una sorta di ‘campo largo’ su scala nazionale”. “Purtroppo temo che ci sia del vero” è stata la risposta.

Poi però il professore si è precipitato a chiarire: “Sono certo che il PD non pensi minimamente a un dialogo con la Lega. Affermare che il Pd o l’intero centrosinistra stiano lavorando ad un progetto di quel tipo è una fantasiosa forzatura del mio pensiero” ha spiegato Lorenzoni. “Penso che alcuni esponenti del centrosinistra – ha osservato – siano caduti nell’inganno di vedere in Zaia il volto moderato della Lega, come se fosse diversa dal partito di Salvini. Sono convinto che siano la stessa cosa”.

Un ‘gioco’ sulla pelle del Pd di cui Lorenzoni ha dato la responsabilità soprattutto all’ex segretario Dem Matteo Renzi – “la candidata del suo partito in Veneto – Daniela Sbrollini ndr. – si è premurata di attaccare più noi che il presidente uscente”. Ma non ha nascosto la delusione anche per un endorsement di Carlo Calenda – “tra Zaia e Lorenzoni il primo è decisamente un ottimo amministratore” aveva twittato qualche tempo fa – al quale ha risposto con una lunga lettera.

A fine giornata è stato il segretario veneto dei democratici, Alessandro Bisato, tessitore dell’operazione candidatura-Lorenzoni, a strigliare i suoi: “L’invito al voto disgiunto è inaccettabile. Non è tollerabile che un candidato del Pd dia indicazioni di voto diverse rispetto al candidato presidente democraticamente scelto. Chiunque si discosti a queste regole si pone al di fuori della nostra comunità”.

(di Michele Galvan/ANSA)