Omicidio Willy: alle famiglie del ‘branco’ 30mila euro di Reddito di Cittadinanza

I fratelli Gabriele (S) e Marco Bianchi in una immagine tratta da Facebook.
I fratelli Gabriele (S) e Marco Bianchi in una immagine tratta da Facebook.

ROMA. – Le famiglie del branco accusato dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte percepivano il reddito di cittadinanza. Circa 30 mila euro (ovvero 28.747 euro) che ora, dopo la segnalazione all’Inps e la denuncia alla Procura di Velletri da parte degli investigatori, saranno recuperati dallo Stato.

La novità, che scatena una polemica politica con l’opposizione all’attacco sul reddito di cittadinanza, arriva dagli accertamenti patrimoniali sulle famiglie di Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, anche sulla scia del tenore di vita lussuoso ostentato dai quattro sui social.

Secondo gli accertamenti le famiglie degli arrestati avrebbero avuto accesso al fondo “omettendo di indicare nelle autocertificazioni compilate i dati dovuti” e dunque violando la legge che regola il sussidio, un fondo che nasce per essere distribuito alle famiglie indigenti o senza reddito.

Un profilo che certamente non rientra in quello mostrato dai “gemelli” Bianchi che conducevano una vita all’insegna di un lusso ostentato: suv, barche, vestiti griffati e vacanze di lusso a Positano e in località esclusive. I due, ora carcere di Rebibbia, dove hanno chiesto di essere detenuti in regime protetto perché temono rappresaglie, al gip negarono di avere mai ricevuto quel denaro e di avere fatto richiesta del sussidio.

“Nell’interrogatorio di garanzia – spiega l’avvocato difensore Massimiliano Pica – precisarono di non avere mai chiesto nulla, neanche sanno che cosa sia”. Una posizione assimilabile a quella di Belleggia che sempre per bocca del suo difensore assicura “di non avere mai chiesto nulla”. “Nel caso contrario – aggiunge l’avvocato Vito Perugini – sarei il primo a chiedere al mio assistito di restituire il denaro”.

Eppure secondo l’indagine svolta dalla Gdf si attesterebbe complessivamente intorno ai 30 mila euro la cifra ottenuta dai tre nuclei familiari, soldi – hanno accertato i finanzieri – ottenuti “indebitamente in quanto i richiedenti hanno omesso di indicare i dati dovuti creandosi in tal modo le condizioni per accedere al beneficio”. Alla luce di ciò si è proceduto a segnalare i “quattro soggetti alla Procura nonché all’Inps di Colleferro per il recupero delle somme illecitamente percepite”.

Il nuovo sviluppo dell’indagine sull’omicidio avvenuto la notte tra il 5 e il 6 settembre, ha scatenato la polemica sul fronte politico con l’opposizione che è tornata a mettere sotto accusa il reddito di cittadinanza. “I quattro delinquenti giravano in Suv e con abiti costosi e prendevano il Reddito di Cittadinanza. Willy, ragazzo di una famiglia umile, lavorava fino a tardi nella cucina di un ristorante. Va bene così?”, si domanda Giorgia Meloni, leader di Fdi mente Mara Carfagna, deputata di Forza Italia, chiede lo stop al sussidio.

“È il momento di finirla, agli italiani onesti dobbiamo dare lavoro onesto, a chi delinque spetta la giusta pena, non i nostri soldi”, afferma.

M5S difende la bontà dell’Rdc e respinge al mittente le critiche dell’opposizione accusandola, come dicono il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Gianluca Castaldi e il senatore Danilo Toninelli, “di strumentalizzare e fare becera propaganda”. E la presidente della commissione Lavoro, Susy Matrisciano (M5S) parla di “indegna campagna contro l’Rdc”.

Per quanto riguarda, infine, le indagini sul pestaggio, entro domani i Bianchi decideranno se presentare istanza al tribunale del Riesame. L’attività degli inquirenti, che hanno ascoltato testimoni e analizzato i cellulari degli indagati, potrebbe culminare presto in nuove iscrizioni nel registro degli indagati.

(di Marco Maffettone/ANSA)

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