Coronavirus in Italia: ancora in aumento malati, ricoveri e terapie intensive

Persone con i volti coperti da mascherine sanitarie attendono in coda il proprio turno davanti a una farmacia a Cinisello Balsamo
Persone con i volti coperti da mascherine sanitarie attendono in coda il proprio turno davanti a una farmacia a Cinisello Balsamo. 8 aprile 2020. Ansa/Sergio Pontoriero

ROMA. – Il Tar della Sardegna dà ragione al governo e sospende l’ordinanza del presidente della Regione Christian Solinas che imponeva test Covid obbligatori per chiunque arrivasse nell’isola e non si fosse sottoposto volontariamente ad un test nelle 48 ore precedenti lo sbarco.

Una decisione che arriva con la curva dei contagi che si mantiene sostanzialmente stabile – 1.585 nuovi casi, un centinaio più di ieri, e 13 vittime, una in più, nelle ultime 24 ore – anche se a preoccupare è ora la crescita dei ricoveri: nell’ultima settimana, avverte la Fondazione Gimbe, c’è stato un aumento consistente sia dei pazienti nei reparti ordinari sia in quelli nelle terapie intensive. Un ulteriore segnale che consente al governo di ribadire la necessità di mantenere la linea della massima prudenza.

L’esecutivo incassa dunque una vittoria nella battaglia legale con la Sardegna, così come era stato nei mesi scorsi con l’ordinanza della Calabria che consentiva l’apertura di bar e ristoranti nonostante il no di palazzo Chigi. I giudici amministrativi hanno sospeso il provvedimento del governatore Christian Solinas e rimandato la decisione nel merito al 7 ottobre.

“Le disposizioni impugnate – si legge nel decreto dei giudici – devono ritenersi effettivamente limitative della circolazione”. Limitazioni che “incidendo su un diritto costituzionalmente garantito (articolo 16 della Costituzione) e su una delle libertà fondamentali garantite dall’ordinamento giuridico dell’Unione Europea, possono essere adottate con Dpcm solo in presenza di ragioni di straordinaria necessità ed urgenza e… nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in determinate aree”.

“Spero che il provvedimento del Tar – dice il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia – spinga la regione Sardegna alla massima e leale collaborazione”.

La replica di Solinas non si fa attendere. “Se mai ci fosse bisogno di conferma che viviamo in un Paese dove il governo utilizza due pesi e due misure, questa vicenda è la rappresentazione plastica. Mentre in Sardegna si impugnano ordinanze adottate per tutelare salute pubblica, in altre parti del Paese si adottano ordinanze discriminatorie nei confronti dei sardi prevedendo test e quarantena per chi proviene dall’Isola” afferma, annunciando che la battaglia non è finita e che nelle prossime ore si valuterà l’esigenza di affrontare “provvedimenti differenti”.

E al governo arriva anche un altro assist, quello dell’Oms sulla durata della quarantena obbligatoria. Non è un segreto che diversi esponenti della maggioranza – tra cui il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri – spingano per una riduzione del periodo d’isolamento, sulla scia di quanto deciso dalla Francia. E non è un segreto che il ministro della Salute sia contrario. “La nostra posizione – sottolinea la funzionaria Catherine Smallwood nel briefing quotidiano – resta per una quarantena di 14 giorni, nell’interesse dei pazienti”.

Quel che è certo è che i numeri delle ultime settimane impongono prudenza, essendo tornati sui livelli di giugno. Anche oggi il bollettino quotidiano del ministero della Salute, su oltre 101mila tamponi effettuati, rileva un incremento di 1.585 casi che portano il totale dei contagiati a 293.025. E’ invece di 881 l’aumento degli attualmente positivi in un solo giorno, per un totale di 41.413 malati. Salgono anche i ricoveri nei reparti ordinari (63 in più per un totale di 2.348) e le terapie intensive (212, cinque in più).

Proprio l’aspetto sottolineato dal Gimbe: se infatti nella settimana dal 9 al 15 settembre la curva dei contagi è stata stabile (9.837 casi questa settimana contro i 9.964 della scorsa), si è registrata dal punto di vista epidemiologico – dice la fondazione nel rapporto settimanale – una crescita dei malati (39.712 contro 33.789), dei pazienti ricoverati con sintomi (2.222 contro 1.760) e di quelli in terapia intensiva (201 contro 143).

“Tutte spie rosse che impongono la consapevolezza pubblica sulle dinamiche dell’epidemia, senza minimizzazioni o terrorismi di sorta – commenta il presidente Nino Cartabellotta – al fine di mantenere alta la guardia anche per l’imprevedibile impatto della riapertura delle scuole sulla curva dei contagi”.

Vero è che si tratta di numeri ancora bassi e che al momento non risultano segnali di sovraccarico dei servizi ospedalieri – conclude – ma il trend in costante aumento impone di mantenere la guardia molto alta, soprattutto in alcune Regioni”.