Borsa: da Deutsche Boerse autonomia, vertici italiani

Un operatore finanziario osserva l'andamento delle azioni davanti agli schermi di computer in una sala operatoria di Milano.
Un operatore finanziario in una sala operativa in Piazza Affari di Milano. (ANSA/ DANIEL DAL ZENNARO)

MILANO.  – La partita per la Borsa Italiana e le sue controllate è solo all’inizio e si preannuncia agguerrita. Deutsche Boerse è pronta a dare piena autonomia e offre la garanzia di una importante rappresentanza italiana nella governance, condivisa con il partner italiano che potrebbe affiancare i tedeschi nella corsa a Piazza Affari.

Il grupo svizzero Six  che avrebbe messo sul piatto il prezzo più alto nel range 3,5-4 miliardi di euro, rilancia con investimenti di lungo termine, coerenti anche con la natura privatistica e con azionisti stabili che sono gli stessi operatori dei mercati finanziari.

La proposta tedesca, secondo quanto riferito da fonti vicino al dossier, prevede che presidente e ad di Borsa Italiana restino italiani e che Mts, di cui verrà supportata l’ulteriore crescita, non esca dal perimetro del gruppo, confermandosi un importante punto di riferimento in Italia per il mercato obbligazionario. Francoforte sarà azionista di minoranza di Mts mentre la maggioranza sarà affidata al partner italiano, che sarà rappresentato anche nel supervisory board dei tedeschi, l’organo che sopraintende a tutte le attività, nomina il cda e approva l’indirizzo strategico.

Le rassicurazioni sulla natura “amichevole” della proposta di Deutsche Boerse arrivano nel giorno in cui anche l’ambasciatore tedesco in Italia, Viktor Elbling, in una intervista al Sole 24 Ore, ha offerto garanzie sulla offerta dei tedeschi “Deutsche Börse è sesta per capitalizzazione nel mondo ed è un global player. Insieme a Borsa italiana, creerebbero un gruppo al quinto posto nel mondo”, ha ricordato Elbling alla vigilia dell’incontro a Milano tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il suo omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier.

E di autonomia parlano anche gli svizzeri di Six che intendono applicare, viene spiegato da fonti a conoscenza, un modello federativo (ovvero garante delle autonomie locali) sulla base di quanto è già evidente con l’acquisizione delle Borse spagnole dove il ceo Javier Hernani è stato confermato alla guida mentre il Ceo di Six, Jos Dijsselhof è presidente non esecutivo.

Un precedente che si potrebbe applicare anche al caso italiano,  dove quindi potrebbe essere confermato l’attuale management. Molta attenzione inoltre agli investimenti tecnologici con Six che è pioniere nella sviluppo di infrastrutture digitali basate su tecnologia blockchain come è il caso di Six Digital Exchange.

E prosegue anche il lavoro sulla governance da parte della cordata Euronext-Cdp con uno schema che prevederebbe un presidente operativo o un a.d italiano e un consiglio di sorveglianza con 4 italiani su 9 componenti.

(di Fabio Perego/ANSA)

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