Notte di fuoco ad Ancona, incendio al porto

Un post tratto dal profilo Twitter di Emergenza 24 Pro mostra l'incendio nel porto di Ancona TWITTER EMERGENZA 24 PRO

ANCONA. – “Poteva andare peggio, poteva andare come a Beirut”. Sono ancora spaventati, ma anche sollevati alcuni residenti di via Cialdini, la strada che si affaccia sul porto di Ancona, dove la scorsa notte è scoppiato un vasto incendio nell’area ex Tubimar. Prima una vampata, che si è allargata rapidamente, poi boati e una colonna di fumo nero che si è diffuso nel centro di Ancona dove è rimasto per ore.

E’ stata una notte di terrore, illuminata a giorno dalle fiamme. “Ho detto, prende fuoco tutto” racconta una donna. Eppure poteva andare peggio: non ci sono vittime, né feriti o intossicati. Le fiamme, di cui non si conosce ancora l’origine, si sono propagate su una superficie di circa 4 ettari, su un’estensione complessiva 6 ettari dell’area, di proprietà del Demanio Marittimo dello Stato e gestita dall’Autorità di sistema portuale: 11 i concessionari operativi nella struttura, con depositi per attività logistiche (Ase, Frittelli Marittime Group, Icop); tre depositi per la cantieristica navale (Fincantieri, Cpn, Consorzio navale scarl); un deposito per mezzi di sollevamento e piattaforme mobili (Omec).

L’incendio ha danneggiato in particolare i capannoni in concessione ad Ase e Frittelli Maritime Group. Il fuoco ha aggredito delle balle di poliuretano espanso e, soprattutto, è arrivato vicino a un impianto di metano, una centrale elettrica e un deposito di bombole di ossigeno liquido. Se fosse arrivato lì, si sarebbe potuto innescare un pericoloso effetto domino.

“Sono stati bravi i vigili del fuoco, che hanno subito circoscritto l’incendio” dice il prefetto di Ancona Antonio D’Acunto, che ha convocato una riunione d’urgenza. I vigili del fuoco stanno lavorando da ore con il rinforzo di colleghi da Pesaro, Macerata, Ascoli Piceno: l’ultimo aggiornamento è 50 unità e 30 mezzi impegnati: l’incendio, spiegano, è “tecnicamente circoscritto”, ma ci sono vari focolai che continuano a bruciare all’interno e del fumo si leva ancora dal sito. Per spegnere le fiamme ci vorranno giorni.

Ingenti i danni economici e ancora da valutare le ricadute ambientali, di cui si stanno occupando Arpam e Asur, ma che potrebbero esser meno severe di quanto si temesse. Le centraline hanno rilevato un picco di Pm1 nella zona della Cittadella, sovrastante l’area dell’incendio, valori che poi sono scesi progressivamente, ha spiegato il direttore dell’Arpam Giancarlo Marchetti. Molti negozi non hanno alzato le serrande.

La sindaca Valeria Mancinelli che aveva disposto la chiusura di scuole, Università, Parchi e impianti sportivi a scopo precauzionale, l’ha prolungata a domani, raccomandando ai cittadini di muoversi solo per esigenze improcrastinabili: “non abbiamo bisogno di confusione e della circolazione di notizie poco attendibili” ha ammonito.

Intanto le foto della colonna di fuoco e fumo sul porto su uno dei monumenti più famosi di Ancona, la Mole Vanvitelliana, hanno fatto il giro del web, spesso rilanciate da leader politici nazionali con messaggi di solidarietà: Salvini, Sassoli, Meloni, Zingaretti, ma anche Fratoianni, il ministro Teresa Bellanova, Maria Stella Gelmini, il sindaco di Firenze Nardella, oltre naturalmente ai due principali sfidanti in corsa per la presidenza della Regione Marche: Francesco Acquaroli per il centrodestra e Maurizo Mangialardi per il centronsistra .

Il ministro dei Trasporti e Infrastrutture Paola De Micheli era già qui per una impegno istituzionale, e ha visitato il porto, infrastruttura strategica della città. Il presidente dell’Autorità di sistema portuale Rodolfo Giampieri parla di “ore difficili”, ma – sottolinea – “oggi è prioritario occuparsi della tutela della salute e della sicurezza pubblica. Dai prossimi giorni, insieme alle altre istituzioni e agli operatori, penseremo alla ricostruzione del sito produttivo e all’individuazione di nuovi spazi sostitutivi”.

Lascia un commento