Antartide, due ghiacciai sull’orlo della rottura

In una foto della National Aeronautics and Space Administration (NASA) dal satellite Sentinel-1, si vede il Pine Island Glacier (PIG) in Antartide il 10 Febbraio 2020.
In una foto della National Aeronautics and Space Administration (NASA) dal satellite Sentinel-1, si vede il Pine Island Glacier (PIG) in Antartide il 10 Febbraio 2020. EPA/NASA EARTH OBSERVATORY

ROMA. – Due importanti ghiacciai dell’Antartide, Pine Island e Thwaites, si stanno fratturando rapidamente nei loro punti più vulnerabili in un processo che potrebbe portare al collasso delle piattaforme di ghiaccio galleggianti a cui sono collegati. Lo hanno rilevato immagini e dati catturati dai satelliti e pubblicato sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze (Pnas) dal gruppo di Stef Lhermitte, dell’università tecnica di Delft, nei Paesi Bassi.

Affacciati sul Mare di Amundsen, i ghiacciai Pine Island e Thwaites si estendono rispettivamente per 175.000 e 120.000 chilometri quadrati e collegano la calotta di ghiaccio dell’Antartide occidentale all’oceano. Alla loro estremità ci sono delle piattaforme di ghiaccio galleggianti e l’indebolimento dei due ghiacciai potrebbe portare allo scioglimento di queste strutture, con conseguenze sull’innalzamento globale del livello del mare.

I cambiamenti in corso nei due ghiacciai erano noti, ma adesso è stata documentata la crescita delle aree danneggiate dal 1997 al 2019, grazie ai dati del satellite Sentinel-2 del programma Copernicus, gestito da Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione Europea, e del satellite Landsat di Nasa e del Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs).

Le immagini indicano che in entrambi i ghiacciai ci sono zone ricche di fratture e crepacci in corrispondenza delle aree al confine con le piattaforme di ghiaccio galleggianti. Secondo i modelli elaborati finora, danni del genere potrebbero essere i primi segnali di un processo che accelera la formazione di fratture e l’indebolimento delle piattaforme galleggianti.

Per questo motivo gli autori della ricerca chiedono che i dati appena pubblicati siano presi in considerazione nei modelli sul clima, al fine di migliorare le previsioni del contributo di questi ghiacciai all’innalzamento del livello degli oceani.