Nell’atmosfera di Venere possibile impronta di vita

Rappresentazione artistica del pianeta Venere
Rappresentazione artistica del pianeta Venere (fonte: ESO/M. Kornmesser & NASA/JPL/Caltech)

ROMA. – Gli scienziati da decenni vanno a caccia di impronte di vita ‘aliena’ su mondi lontani. Queste tracce potrebbero, invece, nascondersi più vicino del previsto, nel giardino di casa della Terra, sul pianeta Venere. Nella sua atmosfera è stata, infatti, osservata una molecola probabile spia della vita, la fosfina, un gas che sulla Terra è prodotto solo industrialmente o da microrganismi che prosperano in ambienti privi di ossigeno.

La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Astronomy, è del gruppo internazionale coordinato da Jane Greaves, dell’Università britannica di Cardiff. Lo studio è basato sulle osservazioni del James Clerk Maxwell Telescope (Jcmt), gestito dall’Osservatorio dell’Asia orientale, alle Hawaii, e dalle antenne Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), in Cile, dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso).

La fosfina, o fosfuro d’idrogeno, è una molecola composta da un atomo di fosforo e tre di idrogeno. Secondo gli autori dello studio, si trova nelle nubi di Venere a bassa concentrazione: solo una ventina di molecole per ogni miliardo. Le osservazioni hanno sorpreso gli astronomi, dato che Venere è un pianeta inospitale, con uno spaventoso effetto serra.

“Nell’atmosfera terrestre la fosfina è tutta prodotta da microrganismi che utilizzano i minerali fosfati, attraverso processi di ossidoriduzione. Ma su Venere – spiega John Robert Brucato, esobiologo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) – questa molecola dovrebbe degradarsi e sparire velocemente, a causa delle condizioni estreme presenti sul pianeta: una pressione atmosferica molto alta e temperature di oltre 450 gradi in prossimità del suolo”, precisa lo studioso.

Dopo le osservazioni, gli astronomi hanno, quindi, verificato se le quantità osservate potessero derivare da processi naturali non biologici su Venere, come luce solare, minerali spinti verso l’alto dalla superficie, vulcani o fulmini. Nessuno di questi fenomeni, però, è al momento in grado di produrre abbastanza fosfina, sottolineano gli esperti.

I loro calcoli, infatti, mostrano che queste sorgenti non biologiche producono al massimo un decimillesimo della quantità di fosfina vista dai telescopi. “Il fatto di averla trovata suggerisce, quindi, che ci possa essere una produzione continua di fosfina”, aggiunge Brucato.

La domanda che invade adesso la comunità scientifica è quale sia l’origine di questa molecola. Per Brucato, “potrebbe venire da microrganismi o da processi abiotici, cioè di tipo geologico o geofisico. Ma a oggi non si conoscono processi abiotici da cui potrebbe originarsi la fosfina. Per questo la scoperta è interessante. È un po’ un campanello d’allarme che può suggerire la presenza di qualche forma di vita nell’atmosfera venusiana, dove la temperatura è sensibilmente minore rispetto al suolo. La fosfina – conclude Brucato – potrebbe essere l’impronta digitale della presenza di qualche microrganismo su Venere”.

(di Davide Patitucci/ANSA)

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