Governo crede a ripresa 6% Pil in aiuti, ora crescita

Il ministro dell'economia Roberto Gualtieri.
Il ministro dell'economia Roberto Gualtieri. (Ufficio stampa palazzo Chigi)

ROMA.  – Il governo ha fatto ogni sforzo possibile per arginare i danni della pandemia, mettendo in campo risorse pari a 6 punti di Pil, e ora è pronto a porre le basi per il rilancio. Crede nella ripresa il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, forte di indicatori che sembrano andare un po’ meno peggio del previsto e del piano “ambizioso” che si sta preparando per ottenere tutti i fondi del Recovery europeo.

Confindustria vede un po’ meno rosa, avvertendo che il rimbalzo atteso per il terzo trimestre sarà “parziale e tormentato” e consentirà una risalita di circa il +9% “contenuta rispetto al crollo” dei primi sei mesi dell’anno (-17,6%) e una chiusura d’anno con una perdita di prodotto a due cifre, tra il 10 e l’11%. Il recupero pieno, anche per il resto dell’eurozona, non si avrà comunque prima della fine del 2022, avverte la presidente della Bce, Christine Lagarde a Berlino per l’Eurogruppo informale, e a sua volta parla di ripresa “irregolare, incompleta e asimmetrica”.

Proprio per evitare che la crisi innescata dal Coronavirus “accentui le differenze tra i Paesi”, ha spiegato il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, l’Europa si è mossa con un impegno “senza precedenti”, mobilitando “una massa enorme di risorse” che andranno spese seguendo le grandi priorità, dalla digitalizzazione alla transizione green. Non sarebbe invece “compatibile” con gli obiettivi indicati dalla commissione, ha ribadito intervistato al Festival Città Impresa di Vicenza, “l’idea di utilizzare queste risorse comuni per un genérico intervento di riduzione delle tasse”.

Nessun “tabù”, se si pensasse di finanziare qualche “limitatissimo risvolto fiscale” di interventi ad esempio “sul Mezzogiorno o sul mercato del lavoro” ma è impensabile che “di 200 miliardi l’Italia ne usi decine per ridurre le tasse”. Ben venga, comunque, se Roma vuole perseguire, con propri fondi, “con la sua idea di reforma dell’Irpef”, ha chiarito Gentiloni citando come “molto interessanti” le idee avanzate da Ernesto Maria Ruffini.

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, insieme al ministro del Sud Beppe Provenzano e a Gualtieri, chiuderanno la prossima settimana il ciclo di audizioni con cui il Parlamento sta preparando il suo documento di indirizzo al governo.

Chiuso in una riunione con i capigruppo il ‘caso’ delle linee guida messe a punto dal Comitato interministeriale per gli affari esteri , che aveva destato più di una perplessità tra i parlamentari, le commissioni procederanno con il loro percorso che porterà alla stesura di una relazione da parte della commissione Bilancio della Camera, integrata dalle osservazioni delle altre commissioni, che poi sarà votata in Aula.

Recepire le indicazioni starà poi all’esecutivo, che nel frattempo sta mettendo a punto anche la nota di aggiornamento al Def che farà da base alla prossima manovra. Da finanziare tutta con risorse “proprie”, in attesa, in primavera, dei miliardi del Next Generation Eu.

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