Argentina: tensioni per proteste salariali della polizia

Agenti della polizia portano un cartello con la scritta "Aumento giá" durante una protesta in Buenos Aires.
Agenti della polizia portano un cartello con la scritta "Aumento giá" durante una protesta in Buenos Aires. (Ansalatina)

BUENOS AIRES. – Migliaia di agenti di polizia hanno partecipato ieri in Argentina a manifestazioni a Buenos Aires e in molte città della provincia per rivendicare aumenti salariali, in una iniziativa che ha generato tensioni politiche e spinto il presidente Alberto Fernández, da una parte a riconoscere la legittimità delle richieste, ma dall’altra a criticare il modo con cui sono state manifestate.

Riferendosi non solo all’abbandono dell’attività di presidio della sicurezza nell’ambito della pandemia da coronavirus, ma anche, senza esplicitamente menzionarla, alla decisione di parte degli agenti di “circondare” in armi la residenza presidenziale di Olivos, Fernández ha sottolineato che “tutti qui desideriamo risolvere i problemi, ma lo dobbiamo fare secondo le regole e rispettando le istituzioni”.

Assicurando di essere “una persona aperta al dialogo”, il capo dello Stato ha insistito in una conferenza stampa che “questo non è il modo di protestare, e ve lo dico veramente. Spero che possiate riflettere e che mettiate fine a questo atteggiamento”.

Successivamente Fernández ha annunciato la creazione di un Fondo di rafforzamento fiscale per la provincia di Buenos Aires che in parte sarà utilizzato per al miglioramento salariale delle forze di sicurezza.

Le proteste salariali degli agenti di polizia nella provincia di Buenos Aires, grande come l’Italia, continuano da quattro giorni, ma ieri sono state drammatizzate non solo dal gesto simbolico di circondare la residenza presidenziale,ma anche dalla decisione di un agente che è salito su un traliccio alto 15 metri, minacciando di lanciarsi nel vuoto, gesto sventato dall’intervento anche di famigliari, se non fossero stati accordati gli aumenti salariali.