Trump attacca il Pentagono: “Guerre per le industrie”

foto de referencia (ANSA/EPA/TANNEN MAURY)

WASHINGTON.  – “Joe Biden è uno stupido di cui la Cina si approfitterà se dovesse vincere”. “Donald Trump è un codardo, un bugiardo, un avido ed egoista”. Il duello tra i due candidati alla Casa Bianca sale di tono e volano le prime offese, mentre la campagna d’autunno si concentra sugli swing States.

All’indomani della visita di Biden in Pennsylvania, il presidente è sbarcato oggi in Florida e in North Carolina cavalcando il tema della “più rapida ripresa economica della storia”, la promessa di un “vaccino sicuro ed efficace entro fine anno, forse prima delle elezioni”, e l’impegno “law and order” contro la violenza delle proteste antirazziste. Ma è partito con due spine nel fianco: la polemica con i militari e la carenza di fondi elettorali svelata dal New York Times.

Il tycoon ha provato a difendersi dalle accuse di aver definito “perdenti” e “fessi” i caduti americani della Prima guerra mondiale puntando il dito contro i generali: “Non sto dicendo che le forze armate mi amano, intendo i soldati. I vertici al Pentagono probabilmente non mi amano perché loro non vogliono altro che combattere guerre, così tutte quelle meravigliose aziende che fanno bombe, aerei e tutto il resto restano contente”.

In pratica li ha accusati di fare il gioco del complesso industrial-militare, dimenticando che il suo budget per la difesa è aumentato notevolmente. Ma la sortita ha aumentato i malumori tra le stellette.

Tanto che  il capo di stato maggiore dell’esercito, il generale James McConville, gli ha risposto duramente, anche se in modo indiretto: “Posso assicurare al popolo americano che gli alti dirigente raccomandano di mandare le nostre truppe a combattere solo quando lo richiede la sicurezza nazionale e come ultima risorsa”, ha detto in un evento pubblico, ricordando che “molti di questi dirigenti hanno figli e figlie che servono nell’esercito e che sono andati a combattere o sono in combattimento ora”.

Trump è stato preso poi in contropiede dal New York Times, che ha rivelato come il suo primato nella raccolta fondi sia evaporato in cinque mesi: a luglio aveva già bruciato 800 milioni su 1,1 miliardi, contro i 400 spesi finora da Biden, che nel solo mese di agosto ha messo a segno una raccolta record di 365 milioni. Sotto accusa Brad Parscale, il campaign manager che il tycoon ha sostituito dopo il flop di folla del comizio di Tulsa: “Ha speso come un marinaio ubriaco”, ha malignato uno stratega repubblicano, riferendosi ad acquisti spesso sontuosi.

“Abbiamo speso un sacco di soldi per controbilanciare le fake news sulla nostra gestione del virus cinese ma ora abbiamo il doppio o il triplo di quello che avevano nel 2016”, ha spiegato invece il presidente. Nonostante queste rassicurazioni, si è detto pronto a mettere mano al proprio portafoglio: “Se devo farlo lo farò, metterò tutto quello che serve”.

Bloomberg news parla di una cifra di 100 milioni di dollari, in barba alla nuova classifica di Forbes secondo cui Trump si è ulteriormente impoverito scivolando dal 275/mo al 339/mo posto dei paperoni americani, con una fortuna di 2,5 miliardi contro i 3,1 dell’anno scorso.

Il Congresso intanto ha ripreso la sua attività ma dem e repubblicani restano distanti sul nuovo pacchetto di aiuti anti pandemia.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

Lascia un commento