Brasile: Lula si candida a elezioni 2022 e attacca Bolsonaro

L'ex presidente brasiliano Luiz Inacio "Lula" da Silva é accolto dai sduoi sostenitori all' uscita dal carcere di Curitiba il 9 novembre 2019. (elpaís.com)
L'ex presidente brasiliano Luiz Inacio "Lula" da Silva accolto dai sduoi sostenitori all' uscita dal carcere di Curitiba il 9 novembre 2019. (Ansalatina)

BRASILIA. – L’ ex presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva (2003-2010), ha diffuso un video sui social presentandosi come possibile candidato alle elezioni del 2022.

“Sono qui, andiamo insieme a ricostruire il Brasile”, ha detto il leader del Partito dei lavoratori (Pt, di sinistra), i cui diritti politici sono attualmente sospesi dopo essere stato condannato per corruzione.

Lula ha accusato l’attuale capo dello Stato, Jair Bolsonaro, di essere responsabile delle quasi 127 mila vittime provocate dalla pandemia da coronavirus.

“Si sarebbero potute evitare così tante morti, siamo nelle mani di un governo che banalizza la morte. Un governo che non rispetta gli standard dell’Oms e trasforma il coronavirus in un’arma di distruzione di massa, mentre la salute pubblica viene maltrattata”, ha affermato l’ex presidente-operaio.

Ieri sono tornate le proteste a suon di pentole (“panelacos”) in Brasile contro Bolsonaro: la notte scorsa, mentre il capo dello Stato pronunciava il suo discorso a reti unificate in occasione del Giorno dell’Indipendenza, dalle finestre e dai balconi di molti edifici, in diverse capitali del Paese, si sono uditi slogan del tipo “Vattene, Bolsonaro” e “Stai zitto, Bolsonaro”, accompagnati dal rumore delle padelle usate come tamburi.

Nella capitale federale, Brasilia, ai “panelacos” hanno fatto eco anche i clacson suonati a ripetizione dagli automobilisti, mentre simpatizzanti di Bolsonaro hanno risposto alle provocazioni gridando “Globo spazzatura”, in riferimento al più potente gruppo editoriale locale, accusato dal presidente di divulgare fake news al suo riguardo.

Secondo il portale Uol, le critiche a Bolsonaro si sono alternate a manifestazioni a sostegno dell’inchiesta Lava Jato, la vasta causa anticorruzione guidata dall’ex giudice Sergio Moro, divenuto avversario politico del presidente dopo essersi dimesso dal ministero della Giustizia alla fine di aprile.Lula

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