Fratellanza contro il virus, la nuova enciclica di Papa Francesco

Papa Francesco durante l'Udienza settimanale. con un gruppo di migranti
Papa Francesco durante l'Udienza settimanale con un gruppo di migranti. ANSA/ETTORE FERRARI

CITTÀ DEL VATICANO. – La fratellanza e la solidarietà per combattere la pandemia e affrontare un nuovo mondo, travolto dal virus e profondamente cambiato nelle sue priorità. Papa Francesco si prepara a firmare la sua terza enciclica, la prima post-covid, e lo farà il 3 ottobre ad Assisi, sulla tomba del santo di cui porta il nome e nel cui solco è tracciato il suo magistero. La terza enciclica arriva a cinque anni dalla “Laudato si'” del 2015 e sarà ispirata ai valori francescani da cui trae anche l’incipit “Fratelli tutti”.

Ed è il sottotitolo, “sulla fraternità e l’amicizia sociale”, a rimarcare l’importanza della solidarietà nell’era post pandemica, messaggio già evidenziato più volte da Francesco, l’ultima nell’udienza di mercoledì scorso, la prima con il ritorno dei fedeli.

“L’attuale pandemia – ha detto – ha evidenziato la nostra interdipendenza: siamo tutti legati, gli uni agli altri, sia nel male che nel bene. Perciò, per uscire migliori da questa crisi, dobbiamo farlo insieme. Insieme, non da soli, insieme. Da soli no, perché non si può! O si fa insieme o non si fa. Dobbiamo farlo insieme, tutti quanti, nella solidarietà”.

“Voglio ripeterlo – ha aggiunto -: da una crisi non si esce uguali a prima. La pandemia è una crisi. Da una crisi si esce o migliori o peggiori. Dobbiamo scegliere noi. E la solidarietà è proprio una strada per uscire dalla crisi migliori, non con cambiamenti superficiali, con una verniciata così e tutto è a posto. No. Migliori!”.

Sabato 3 ottobre, alla vigilia delle celebrazioni del Patrono d’Italia, il Pontefice firmerà il nuovo documento destinato a segnare una nuova via per il mondo cattolico. Alle 15 celebrerà la messa sulla tomba di San Francesco nel Sacro Convento di Assisi, poi siglerà l’enciclica.

“E’ con grande gioia e nella preghiera che accogliamo e attendiamo la visita privata di papa Francesco – le parole del custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti -. Una tappa che evidenzierà l’importanza e la necessità della fraternità”.

“Mentre il mondo soffre una pandemia che mette tanti popoli in difficoltà, e ci fa sentire fratelli nel dolore – commenta il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino -, non possiamo non sentire il bisogno di diventare soprattutto fratelli nell’amore. Anche questo gesto di papa Francesco ci dà nuovo coraggio e forza per ‘ripartire’ nel nome della fraternità che tutti ci unisce”.

La visita, però, si terrà in forma privata, senza la partecipazione dei fedeli, proprio per garantire maggior sicurezza sanitaria, come richiesto dallo stesso Papa. Una decisione che segue quella di sospendere i viaggi all’estero per tutto il 2020, come annunciato oggi dal segretario di stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin.

“Penso che il Papa abbia il desiderio di riprenderli – spiega il prelato – però dipende molto dalla pandemia, ovviamente per non mettere a rischio la gente, quando ci sono grandi assembramenti c’è maggiore pericolo”. E proprio del post-covid si comincia a parlare anche tra i vescovi, che oggi hanno pubblicato le linee guida per la ripresa dell’anno pastorale, invitando parrocchie, associazioni e movimenti ad un “uso sapiente” degli strumenti digitali e a evitare “soluzioni immediate” tentando di recuperare i fedeli “che in questi mesi hanno smesso di animare le nostre comunità”.

(di Domenico Palesse/ANSA)

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