A Monza tristezza Ferrari, numero 13 e 17 in griglia

Charles Leclec (al centro) in bicicleta con membri del team Ferrari.
Charles Leclec (al centro) in bicicleta con membri del team Ferrari. (Ansa)

MILANO. – Hamilton da record, Ferrari da incubo. Prevedibile sulla carta, quasi scontato visto il recente trend. L’inglese regola Bottas per 69 millesimi e il resto del gruppo con ampio margine, griffando con una pennellata il record della pista a Monza (1’18”887, cancellato il capolavoro di Raikkonen nel 2018): settima pole qui, 94esima in carriera. Come lui nessuno mai.

La Rossa invece completa una settimana nera, riuscendo nell’impresa poco edificante di fare peggio che a Spa: Leclerc si conferma tredicesimo, Vettel sprofonda addirittura al diciassettesimo posto in griglia, eliminato già nel Q1, complice una strategia imprecisa. Alla ricerca di una scia magica il tedesco si ritrova imbottigliato nel traffico della Parabolica durante il giro di lancio e finisce per abortire il suo ultimo tentativo.

“Siamo usciti dal box nel momento sbagliato – la sua critica nemmeno tanto velata al team da cui si separerà a fine stagione -, a quel punto io non potevo fare nulla di diverso. C’erano troppe macchina nello stesso punto, è stato un gran caos”.

Poco meglio va a Leclerc, a tre decimi dalla top-10 del Q2: “Non sono contento, da due gare la situazione è difficile. Abbiamo provato tante cose ma non abbiamo ancora trovato la soluzione. Il mio giro è stato buono ma è un periodo duro”. Poco prima, in un team radio, si era lasciato andare ad un nuovo sfogo: “Più di così è impossibile fare”. Si nota un velo di frustrazione nelle loro parole. Umana.

Numero tredici e diciassette in griglia: mai così male, con una partenza su una coppia di numeri mai visti in griglia per motivi scaramantici. Per la prima volta dal 1984 nessuna Ferrari si qualifica tra le prime 10 e appare difficile vedere la luce in fondo a questo tunnel buio.

“Dobbiamo voltare pagina – l’amarezza di Laurent Mekies, direttore sportivo della Rossa – e pensare a come uscire da questo momento. Questo risultato non è una sorpresa, per domani non ci aspettiamo cambiamenti particolari”.

Risultati mediocri che aggiungono tristezza alla visione di un autodromo senza pubblico.

Chi invece corre forte verso la storia è Lewis Hamilton. Il settimo iride è lì ad aspettarlo e i numeri di Schumacher sono pronti ad essere spazzati via: il record di pole e di chilometri percorsi in testa appartengono già all’inglese che ora punta alle 91 vittorie del tedesco. Ne mancano solo due. Ormai una formalità. La sua superiorità è disturbante. Nemmeno l’abolizione della mappatura ‘Party Mode’ ne frena la bulimica ambizione di arrivare sempre davanti a tutti.

“E’ stata una prestazione fantastica – la sua soddisfazione -, ci voleva un giro pulito. Ma Bottas è molto vicino, mi ha spinto davvero al limite”. Sorprende la McLaren di Sainz, terzo: “Ho rischiato tantissimo e il rischio ha pagato. Alla Parabolica e all’Ascari sono riuscito a volare”. L’unica buona notizia odierna per la Ferrari visto che lo spagnolo a fine anno prenderà il sedile di Vettel. Guardare al futuro, a Maranello, rischia di diventare il solo modo per non farsi prendere dallo sconforto.

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