Colombia: estradizione Mancuso, tempi lunghi per la decisione

Salvatore Mancuso, Foto archivo (Ansa/Cortesia policia judicial Dijin)

BOGOTÁ – Sembrano allungarsi i tempi della decisione da parte degli Stati Uniti sul destino da assegnare all’ex capo paramilitare italo-colombiano Salvatore Mancuso, che ha finito di scontare in marzo ad Atlanta una lunga pena detentiva per narcotraffico.

I legali di Mancuso, scrive il quotidiano El Tiempo di Bogotà, “hanno estratto ieri un nuovo asso dalla manica durante una udienza in tribunale in cui si definiva se il loro assistito dovesse essere inviato in Italia, Paese di cui ha il passaporto, o estradato in Colombia.

L’argomento esposto dalla difesa dell’ex capo paramilitare riguarda una firma sbagliata sull’ordinanza con cui sabato scorso il governo statunitense ha bloccato la decisione di un giudice federale di autorizzare la partenza entro il 4 settembre di Mancuso verso l’Italia.   Sul documento appare infatti la firma di Chad Wolf, alto funzionario del Dipartimento della Sicurezza interna Usa.

Ma i legali hanno sostenuto che l’unico funzionario che può firmare una ordinanza in cui si frena l’estradizione di uno straniero per evitare pregiudizio agli Stati Uniti è il Procuratore generale, William Barr.

A questo punto, segnala il giornale, il giudice ha concesso due settimane, fino al 16 settembre, alla difesa per presentare le istanze che consideri necessarie per frenare l’estradizione di Mancuso in Colombia.

Tenuto conto che anche il governo sarà chiamato ad esporre le proprie argomentazioni sulla vicenda, e che il giudice dovrà studiare tutta la documentazione e fissare una nuova udienza, il giornale ritiene che settembre trascorrerà senza novità sul caso.

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