Primo storico volo diretto tra Israele ed Emirati

La delegazione israeliana e americana all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Da sinistra: Il Consigliere di Sicurezza Nazionale israeliana Ben-Shabbat, il consigliere americano di sicurezza nazionale Robert O'Brien e il consigliere presidenziale Usa Jared Kushner abbordano l'aereo di bandiere israeliana della aerolinea El Al's,
La delegazione israeliana e americana all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Da sinistra: Il Consigliere di Sicurezza Nazionale israeliana Ben-Shabbat, il consigliere americano di sicurezza nazionale Robert O'Brien e il consigliere presidenziale Usa Jared Kushner abbordano l'aereo di bandiere israeliana della aerolinea El Al's, EPA/NIR ELIAS / POOL

TEL AVIV.  – Il volo dei primati. L’El-Al LY971 in un giorno solo ha infranto due tabù: è volato direttamente da Tel Aviv ad Abu Dhabi ed è passato per i cieli dell’Arabia Saudita.

Primati figli dell’Accordo di Abramo raggiunto a metà agosto tra Israele, Emirati Arabi ed Usa, che fa di oggi “un giorno storico”, come l’hanno salutato il premier israeliano Benyamin Netanyahu e l’inviato speciale (e genero) di Trump Jared Kushner che, a bordo, ha invocato “la pace nella regione”.

“Una scena penosa”, ha denunciato invece il premier palestinese Mohammad Shtayyeh: “Ci sarebbe piaciuto molto di più vedere un volo degli Emirati atterrare a Gerusalemme dopo la sua liberazione”.

Il velivolo – con la carlinga vergata dalla scritta “Pace” in arabo inglese ed ebraico – ha portato nel Golfo le delegazioni israeliane e statunitense con il compito di avviare la normalizzazione delle relazioni tra lo Stato ebraico e gli Emirati.

All’annuncio del pilota, il comandante Tal Beker, dell’ingresso nello spazio aereo saudita (avvenuto alle 11.52, a 30 minuti dal decollo dal Ben Gurion di Tel Aviv) Kushner e il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Robert O’Brien hanno subito ringraziato le autorità di Riad.

“Questo è un tempo di speranza. Credo che siano possibili pace e prosperità nella regione e nel mondo”, ha detto Kushner, che ha fatto appello al resto della regione “ad unirsi alla pace” e ai palestinesi a tornare al tavolo delle trattative: “Abbiamo avanzato una buona proposta e adesso dipende da loro. Quando saranno pronti, lo faranno. Noi non facciamo pressione”.

Il lavoro delle delegazioni è cominciato subito dopo l’atterraggio (alle 15.38 locali) con il primo incontro tra il ministro di Stato emiratino Anwar Mohammed Gargash e il capo della delegazione israeliana, il Consigliere per la sicurezza nazionale Meir Ben Shabbat, al quale ha preso parte anche Kushner.

“Sono estremamente orgoglioso – ha detto l’israeliano parlando in arabo – di guidare questa delegazione. Stiamo trasformando un sogno in realtà”. Sul tavolo accordi di cooperazione su aviazione, turismo, energia, commercio, finanza, sanità, energia ma non sulla sicurezza, tema che sarà oggetto di prossimi incontri.

E si è discusso ovviamente dell’apertura di ambasciate nei rispettivi Paesi, a suggello del terzo accordo di pace tra Israele e un Paese arabo (dopo Egitto e Giordania) che Netanyahu si è detto convinto sarà presto firmato ufficialmente a Washington.

Per dimostrare che tutto avverrà rapidamente, il premier ha annunciato di “aver invitato in Israele una delegazione degli Emirati Arabi”: “Li accoglieremo – ha sottolineato visibilmente soddisfatto da Gerusalemme – con il tappeto rosso, lo stesso con cui hanno accolto noi”. Poi ha rivendicato che l’accordo è il frutto della sua ultraventennale linea politica basata sul concetto di “pace in cambio di pace” e non su quello di “pace in cambio di terra”.

Nell’aria di soddisfazione che regna in Israele, anche lo spinoso tema della possibile vendita degli F-35 agli Emirati da parte degli Usa, che Israele non gradisce, sembra essere passata in secondo ordine. Trump e Netanyahu, ha spiegato Kushner ai giornalisti, affronteranno la questione “per raggiungere un’intesa”.

La normalizzazione delle relazioni fra Israele ed Emirati “apre nuove opportunità”, ha aggiunto, “e sono certo che Netanyahu lo comprende”.

(di Massimo Lomonaco/ANSA)

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