POLLICA.- “Ad uccidere mio fratello è stato un sistema criminale, che tutt’oggi insabbia e depista. Non cercate un unico responsabile. Dietro la morte di Angelo, c’è un sistema mafioso, composto anche da personaggi appartenenti al mondo delle istituzioni”. Dario Vassallo non ha dubbi: dietro la morte del fratello Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore”, ucciso dieci anni fa con nove colpi di pistola mentre rincasava nella sua abitazione di Pollica (Salerno), il 5 settembre del 2010, non c’è la mano di un “cane sciolto”, ma una vera e propria organizzazione criminale, con infiltrazioni nelle istituzioni.
Eppure, nonostante siano trascorsi dieci anni da quei fatti, magistratura e forze dell’ordine non hanno ancora fatto chiarezza né sul movente né sulla dinamica di quel delitto. Dalla ricostruzione degli inquirenti emerge il quadro di una cittadina, quella di Pollica-Acciaroli, che sempre di più si stava trasformando in una piazza di spaccio.
“Il movente dell’assassinio di Angelo? Il suo coraggio e la sua fermezza nell’arginare i quintali di droga che arrivavano nel nostro territorio”, dice Dario Vassallo. E nonostante ciò, in dieci anni gli sforzi degli inquirenti per giungere alla verità non hanno prodotto i risultati sperati.
Scagionati di volta in volta Bruno Humberto Damiani, spacciatore italo-brasiliano, e il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, che nei giorni immediatamente successivi al delitto avrebbe avviato indagini senza alcun incarico ufficiale da parte della magistratura, resta in piedi l’indagine nei confronti di un altro carabiniere Lazzaro Cioffi, indagato per l’omicidio Vassallo e in carcere perché imputato di collusione con il boss di Caivani Pasquale Fucito.
Intanto, alla vigilia del decimo anniversario dalla morte del sindaco pescatore, tutto è pronto per la “Festa della speranza”, organizzata dalla “Fondazione Angelo Vassallo-Sindaco Pescatore” e dal Comune di Pollica per il giorno 5 settembre.
“Sento il dovere di esprimere i miei profondi sentimenti di partecipazione per la grave mancanza di risposte dinanzi ad un fatto di sangue così grave”, ha scritto a Dario Vassallo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’unico rappresentate della politica ad essere stato invitato e che non potrà essere presente per impegni istituzionali. “La lettera del presidente Conte mi ha fatto molto piacere. – spiega Dario Vassallo – L’invito per la “Festa della Speranza” era rivolta solo a lui perché non vogliamo politicanti di mestiere, specie quelli campani”.
Durante la manifestazione, Vassallo presenterà il libro “La verità negata”, scritto con Vincenzo Iurillo. “Il libro è rivolto a chi sa leggere… – spiega Dario Vassallo – In quelle pagine, senza farli, faccio i nomi di mandanti ed esecutore materiale. Basta saper leggere…”.
“E’ gravissimo che, a dieci anni dall’omicidio di Angelo Vassallo, ancora non si conoscano i nomi dei responsabili. – dice Stefano Pisani, sindaco di Pollica – Non ci sono più scusanti: è obbligatorio un maggiore impegno da parte delle istituzioni per giungere alla verità”.
(di Nicola Rossi/ANSA)