Trump-Biden, al via il rush finale verso il voto

Donald Trump y Joe Biden

WASHINGTON.  – Donald Trump non perde tempo e, all’indomani dell’incoronazione alla Casa Bianca davanti a 1500 spettatori sprezzanti delle misure anti-virus, volta le spalle alla marcia antirazzista sul National Mall per tornare subito a fare campagna sul terreno nel rush finale verso il voto del 3 novembre.

Il presidente vola a fare un comizio in New Hampshire, Stato in bilico che nel 2016 Hillary gli strappò per meno di 3000 voti. Nel weekend invece andrà nel Sud a promettere aiuti dopo le devastazioni dell’uragano Laura in Texas, dove è testa a testa con Joe Biden, e Louisiana, dove invece è in netto vantaggio.

Il tycoon spera che l’effetto convention e il ritorno ai “rally” lo aiutino a chiudere il gap nei sondaggi col suo rivale, che si sta già riducendo: secondo la media di RealClearPolitics, l’ex vicepresidente è avanti del 7,1% a livello nazionale e solo del 3% negli Stati “battleground”, quelli che hanno consegnato la vittoria a Trump quattro anni fa.

É qui che si gioca la sfida, tanto che anche Biden ha deciso di uscire dal suo seminterrato in Delaware e di tornare ai comizi dopo il Labor Day (7 settembre), pur nel rispetto delle regole locali contro la pandemia. Nella sua lista ci sono Wisconsin, Minnesota, Pennsylvania e Arizona, anche questi tutti Stati in bilico.

Altro fattore determinante saranno i tre dibattiti tv, che la speaker della Camera Nancy Pelosi ha sorprendentemente suggerito di boicottare “per non legittimare Trump”. Ma Biden ha confermato che ci andrà e che farà da “fact-checker” di un uomo che ha “una qualche tendenza patologica a non dire la verità”.

Intanto il “vecchio Joe” si limita ad attaccare il suo avversario con spot e dichiarazioni, puntando sui suoi fallimenti nella gestione della pandemia, della crisi económica e delle proteste razziali.  “Nell’America di Donald Trump, la sicurezza è messa in competizione con la giustizia, gli americani gli uni contro gli altri e la violenza è attizzata dalle sue stesse parole e azioni”, accusa, ammonendo che il tycoon “oggi porterà il suo messaggio di divisioni, menzogne e caos in New Hampshire”.

Ma per ora la strategia comunicativa dem appare mediaticamente debole, poco propositiva sui contenuti e troppo concentrata sulle debacle del presidente, come conferma anche il mancato rimbalzo sui sondaggi della convention in versione “casalinga”.

Pur con tutte le sue contraddizioni e menzogne, la kermesse repubblicana, che aveva il vantaggio di venire dopo e quindi della replica, è sembrata invece più efficace e spettacolare: ha lanciato messaggi alle donne e alle minoranze per allargare la base elettorale e ha messo al centro ogni giorno un presidente show man e la sua famiglia.

Come giovedì notte, quando dopo la figlia Ivanka ha parlato per 70 minuti come se fosse un comizio, definendo Biden “il distruttore della grandezza americana”, il “cavallo di troia” di un’ agenda socialista e “made in Cina”, alternativa al sogno americano.

E ha promesso dieci milioni di posti di lavoro in dieci mesi,  un altro taglio delle tasse, il ripristino dell’ordine e della legalità nelle città travolte dalle proteste.

Oltre naturalmente al vaccino anti-Covid “entro fine anno se non prima”, davanti ad una folla osannante  senza mascherine né distanziamento sociale.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)