Vaticano, il 2 settembre torna l’udienza generale del Papa

Papa Francesco impartisce la benedizione ad una piazza San Pietro vuota.
Papa Francesco impartisce la benedizione ad una piazza San Pietro vuota. EPA/VATICAN MEDIA

CITTÀ DEL VATICANO. – E’ un po’ la fine del lockdown in Vaticano. Dopo che a fine maggio sono tornati i fedeli in Piazza San Pietro per gli Angelus e i Regina Caeli, ora, da mercoledì 2 settembre, anche le udienze generali del Papa – che da marzo si svolgono in diretta streaming dalla Biblioteca del Palazzo apostolico – vedranno di nuovo la presenza dei pellegrini.

Anche Oltretevere, quindi, le restrizioni anti-Coronovirus progressivamente si allentano. Ma solo fino a un certo punto. “Seguendo le indicazioni sanitarie delle Autorità, le udienze del mese di settembre si svolgeranno nel Cortile San Damaso del Palazzo Apostolico, con inizio alle ore 9,30″: quindi non in piazza né nella Sala Nervi, ha annunciato la Prefettura della Casa pontificia.

La partecipazione sarà aperta a tutti coloro che lo desiderano, senza bisogno di biglietti, mentre l’ingresso avverrà dalle 7.30 dal Portone di Bronzo, sotto il Colonnato di destra di Piazza San Pietro.

Intanto nell’udienza di ieri – l’ultima dalla Biblioteca privata, circondato solo dai sacerdoti che lo assistono nelle varie lingue – il Pontefice è tornato a puntare il dito sulle disuguaglianze sociali aggravate dalla pandemia e sull'”economia malata”, indifferente anche ai danni che si procurano all’ambiente.

“La pandemia ha messo in rilievo e aggravato i problemi sociali, soprattutto la disuguaglianza – ha sottolineato -. Alcuni possono lavorare da casa, mentre per molti altri questo è impossibile. Certi bambini, nonostante le difficoltà, possono continuare a ricevere un’educazione scolastica, mentre per tantissimi altri questa si è interrotta bruscamente. Alcune nazioni potenti possono emettere moneta per affrontare l’emergenza, mentre per altre questo significherebbe ipotecare il futuro”.

Secondo Francesco, “questi sintomi di disuguaglianza rivelano una malattia sociale; è un virus che viene da un’economia malata”. “È il frutto di una crescita economica iniqua – ha proseguito – che prescinde dai valori umani fondamentali. Nel mondo di oggi, pochi ricchissimi possiedono più di tutto il resto dell’umanità”. E questa “è un’ingiustizia che grida al cielo!”.

Questo modello economico, inoltre, “è indifferente ai danni inflitti alla casa comune. Non si prende cura della casa comune”. Per il Papa, “la disuguaglianza sociale e il degrado ambientale vanno di pari passo e hanno la stessa radice: quella del peccato di voler possedere, di voler dominare i fratelli e le sorelle, di voler possedere e dominare la natura e lo stesso Dio. Ma questo non è il disegno della creazione”.

“Quando l’ossessione di possedere e dominare esclude milioni di persone dai beni primari; quando la disuguaglianza economica e tecnologica è tale da lacerare il tessuto sociale; e quando la dipendenza da un progresso materiale illimitato minaccia la casa comune – ha avvertito -, allora non possiamo stare a guardare. No, questo è desolante. Non possiamo stare a guardare!”.

Bergoglio ha ribadito che “noi stiamo vivendo una crisi. La pandemia ci ha messo tutti in crisi. Ma ricordatevi: da una crisi non si può uscire uguali, o usciamo migliori, o usciamo peggiori. Questa è la nostra opzione. Dopo la crisi, continueremo con questo sistema economico di ingiustizia sociale e di disprezzo per la cura dell’ambiente, del creato, della casa comune? Pensiamoci”.

La conclusione, poi, è toccante. “E per finire, pensiamo ai bambini – ha detto -. Leggete le statistiche: quanti bambini, oggi, muoiono di fame per una non buona distribuzione delle ricchezze, per un sistema economico come ho detto prima; e quanti bambini, oggi, non hanno diritto alla scuola, per lo stesso motivo. Che sia questa immagine, dei bambini bisognosi per fame e per mancanza di educazione, che ci aiuti a capire che dopo questa crisi dobbiamo uscire migliori”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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