Renzi ospita Bonaccini, feeling su riformismo

Matteo Renzi e Stefano Bonaccini sul palco in una convention di Italia Viva.
Matteo Renzi e Stefano Bonaccini sul palco in una convention di Italia Viva. (foto LaPresse)

CASTROCARO TERME. – Riformismo, lotta al populismo, impegno su un progetto comune e sfida ai Cinque Stelle. Sono le parole d’ordine che hanno rinsaldato il feeling umano ma soprattutto politico tra Matteo Renzi e Stefano Bonaccini, ospite d’onore della prima giornata della summer school di Italia Viva a Castrocaro Terme, intitolata “Meritare l’Europa”.

Due leader che, a giudicare dall’incontro di ieri, davanti a oltre 250 under 30 da tutta Italia, potrebbero tranquillamente stare nello stesso partito. “Sono orgogliosamente nel Pd ma abbiamo bisogno di irrobustire il riformismo e il centrosinistra in Emilia e in tutta Italia”, chiosa Bonaccini prima di tornare a Bologna.

E Matteo Renzi, congedandolo va anche oltre: “Grazie Stefano fratello e compagno di strada”.

Arrivando al Grand Hotel, Bonaccini tenta di schermirsi con i cronisti, limitando la portata della sua visita: “Sono il Presidente della Regione che ospita questa iniziativa, e come faccio ogni volta che capita qualcosa del genere, sono felice di esserci. Ho fatto lo stesso con Enrico Letta. Poi, in questo caso – aggiunge sorridente – sono qui da una forza politica che mi ha sostenuto alle elezioni, quindi ci sta”.

Accolto dagli applausi dei giovani di IV, il governatore dell’Emilia Romagna rilancia le ragioni del suo successo di gennaio, quando grazie “a un progetto e un’esperienza di buon governo”, spiega, è riuscito a battere la Lega di Matteo Salvini, “ancora con i sondaggi in salita, nell’era pre-Covid”. “Quella campagna ha dimostrato che si può vincere, non perchè sei contro qualcuno, ma perchè credi in qualcosa. In politica ci vuole coraggio”, prosegue.

Un ragazzo dal pubblico gli chiede se il ‘modello emiliano’ sia esportabile. “Se l’Italia assomigliasse di più all’Emilia sarebbe un paese migliore, ma non ho mai usato la parola ‘modello’ – replica -‘ perché da un’idea di staticità. In campagna mi dicevano di non dire che avevo governato bene, ma io credo nella consapevolezza di un lavoro fatto”.

Matteo Renzi, per una volta nel ruolo di sparring partner, chiuderà la kermesse venerdì a mezzogiorno, si limita a lodare il lavoro comune in questa terra durante la fase in cui era a Palazzo Chigi. Piena intesa anche per quanto riguarda i rapporti non sempre facili con i Cinque Stelle: “I progetti li discuteremo, ma penso che serva chiedere ai Cinque Stelle di fare una scelta di campo su un programma comune. Li voglio sfidare – incalza il governatore – perché se governiamo insieme allora non potranno decidere all’infinito su chi vogliono stare di volta in volta”.

Sulla stessa linea l’ex premier che ricorda come proprio grazie all’intesa sul Conte 2 “ha perso il populismo e ha vinto il riformismo europeista”. Ma, aggiunge, se “avessimo fatto l’accordo nel 2018, avremo avuto il bipolarismo tra populisti. In politica – conclude – i tempi sono tutto”.

Presenti a questa prima sessione della summer school anche il direttore de “La Repubblica”, Maurizio Molinari, interrogato dai ragazzi sulle prospettive dell’Occidente ‘assediato’ e in serata Ersilia Vaudo Scarpetta, chief diversity officer dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea.

(dell’inviato Marcello Campo/ANSA)