Spari contro i soldati, Israele colpisce Hezbollah

Un gruppo di soldati israeliani mostrano la bandiera del loro paese
Un gruppo di soldati israeliani mostrano la bandiera del loro paese. Immagine d'archivio

TEL AVIV.  – Situazione sempre più in vilico al confine tra Israele e Libano. La notte scorsa spari contro soldati israeliani lungo la linea di demarcazione nella zona del kibbutz Manara hanno immediatamente fatto risalire la tensione mentre a fine agosto all’Onu si voterà sul rinnovo del mandato della forza di interposizione dell’Unifil.

L’esercito israeliano, che ha subito imposto ai cittadini della zona di chiudersi in casa e di restare vicino ai rifugi, ha risposto “all’incidente di sicurezza” colpendo “postazioni di vedetta dell’organizzazione terroristica Hezbollah” sitúate lungo la frontiera. “Un fatto grave”, ha denunciato il premier Benyamin Netanyahu, che ha ammonito gli Hezbollah libanesi.

“Israele non tollererà alcuna aggressione. Reagiremo con forza ad ogni attacco. Invito gli Hezbollah – ha aggiunto – a non mettere alla prova la forza schiacciante di Israele. Essi mettono di nuovo in pericolo lo Stato del Libano a causa della loro aggressività”.

Un avvertimento ripreso dall’esercito che ha puntato il dito contro il governo libanese, “responsabile – ha spiegato – di ogni evento che abbia origine dal suo territorio”. Secondo la ricostruzione dell’esercito, che al riguardo ha informato il comando dell’Unifil, una pattuglia è stata oggetto di “pochi spari” partiti dai miliziani Hezbollah appostati oltre il confine. Il Consiglio supremo di difesa libanese ha invece denunciato “l’assalto israeliano” nel sud del Paese.

L’incidente è l’ultimo di una serie che fa temere: il mese scorso, ad esempio, l’esercito israeliano ha sventato un tentativo di infiltrazione in territorio ebraico da parte di Hezbollah arrivati vicini ad una postazione militare. I miliziani sciiti libanesi hanno più volte sostenuto di voler vendicare la morte di uno dei loro, ucciso in un attacco attribuito ad Israele in Siria.

Il Comandante dell’Unifil, il generale italiano Stefano Del Col, ha annunciato di aver aperto “un’inchiesta urgente” sui fatti della notte ed ha fatto “appello ad entrambi le parti a cooperare pienamente con il contingente per determinare i fatti”. “La situazione lungo la Linea Blu – ha sottolineato – è tornata ora alla calma e l’Unifil sta assicurando la sua presenza continua nell’area in coordinamento con le parti”.

Israele, pur apprezzando l’opera svolta fin qui dai militari internazionali, ha già fatto sapere in vista del voto all’Onu che l’Unifil “ha le mani legate” e che gli va data “maggiore autorità” di intervento contro Hezbollah. “Non è autorizzato dal governo libanese e dagli Hezbollah ad agire in maniera libera come vorrebbe.

Opera – ha detto il generale Efraim Defrin, capo dell’Unità di cooperazione internazionale del ministero degli Esteri israeliano – solo dove gli viene concesso, e non in aree private, gestite dagli Hezbollah. Non ha sostegno suficiente per svolgere la sua missione”.

(di Massimo Lomonaco/ANSA)