Allarme Zingaretti: “Regionali importanti per il futuro”

Il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, durante una riunione in una sezione del partito
Il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, durante una riunione in una sezione del partito. (ANSA)

ROMA. – Nicola Zingaretti alza la posta assegnando, per la prima volta in modo così chiaro, un valore politico nazionale all’imminente voto in sette regioni. Quello del venti settembre, afferma da Ascoli Piceno, “sarà anche un voto importante per gli scenari futuri della politica italiana”.

Ma spinge anche sul fronte del referendum, chiedendo al premier Conte di fare in modo che la maggioranza, contemporaneamente al taglio degli eletti, faccia passi avanti su modifiche regolamentari e legge elettorale, “a difesa delle istituzioni democratiche”.

Un messaggio implicito agli alleati di governo dei Cinque Stelle perché, malgrado gli accordi mancati, sui territori cerchino ogni possibile convergenza su candidati comuni in grado di battere la destra. La linea del segretario dem è evitare i “due opposti estremismi”, li chiama così, di chi, dal un lato pensa che in caso di sconfitta si vada verso la caduta del Conte due, o, di contro valuta queste elezioni solo una serie di test locali, senza alcuna valenza nazionale.

“Sarà un pronunciamento importante. Perciò – spiega – sbaglia chi dice che è un referendum sul governo perché non è vero, ma anche chi dice che al contrario si vota solo per il territorio”. Un avvertimento, certamente garbato ma netto, nel giorno in cui Bruxelles attiva Sure, il primo fondo di aiuti sul fronte dell’occupazione, complessivamente ben 81,4 miliardi di euro per 15 Paesi, di cui 27,4, la quota più alta, andrà all’Italia.

Anche su qusto punto, il leader del Pd puntualizza i meriti del Pd: “Un’altra conquista. Un altro passo in avanti. L’impegno europeista paga e cambia le cose. Avevamo ragione noi: chi piccona e distrugge l’Europa sbaglia”.

Intanto, sul tema del referendum all’interno della maggioranza si registrano tensioni e dissapori. Luigi Di Maio, sempre più protagonista negli equilibri interni del Movimento, annuncia nei prossimi giorni il suo impegno ventre a terra in una campagna referendaria a cui i Cinque Stelle affidano grandi speranze per un loro forte rilancio nazionale, dopo mesi difficli, segnati da cali nei sondaggi.

All’interno del centrosinistra in generale, e nel Pd in particolare, si moltiplicano invece i distinguo. La posizione ufficiale del partito sarà presa nei prossimi giorni, al termine di una direzione, annuncia Zingaretti.

Nel frattempo, in poche ore si consuma un derby tutto emiliano, all’interno del centrosinistra, tra Stefano Bonaccini, favorevole al taglio, e il movimento delle Sardine, la cui mobilitazione, a gennaio, permise proprio al Presidente della Regione di essere rieletto.

“E’ da 30 anni – ricorda il governatore su “Repubblica” – che il centrosinistra propone di ridurre il numero dei parlamentari. L’antipolitica cresce quando la politica promette per anni cose che non mantiene”. Di parere opposto le Sardine che segnalano il problema delle cosiddette “soglie implicite”.

“Se vince il si – scrivono su Facebook – un partito del 20% potrebbe non avere nessun eletto. Ci sarebbe un problema democratico”. Tesi smentita da tecnici di Palazzo Chigi: la riforma riduce le sperequazioni che esistono già adesso.

(di Marcello Campo/ANSA)

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