Cresce il No al referendum. Dubbi in Pd, Italia Viva e Forza Italia

Comitato per il NO nel Referendum al taglio dei parlamentari.
Comitato per il NO nel Referendum al taglio dei parlamentari.

ROMA. – Il referendum che dovrà confermare o bocciare il taglio dei parlamentari si avvicina e piano piano cresce il fronte del no alla riforma. Tra i partiti si discute informalmente se sia il caso di appoggiare pubblicamente un provvedimento che certamente piace all’uomo comune ma che molti definiscono “mutilato” di quanto potrebbe servire a farlo funzionare. A partire da una legge elettorale che negli accordi doveva accompagnare la drastica riduzione di parlamentari e senatori in una repubblica parlamentare.

Non a caso in serata interviene Luigi Di Maio che serra le fila ricordando che non si tratta di “populismo” ed anzi raddoppia: “gli italiani da anni sono chiamati a fare sacrifici e la politica, soprattutto in questo momento, ha il dovere di dare il buon esempio. Ridotto il numero dei parlamentari, bisognerà iniziare a pensare anche a una normalizzazione degli stipendi dei politici. Ecco, la parola d’ordine è e deve essere normalità”.

Il tutto in una giornata che ha visto crescere le perplessità sulla misura taglia-eletti. Italia Viva ad esempio, attraverso le parole del capogruppo al Senato, Davide Faraone, ha confermato che lascerà libertà di voto esplicitando le perplessità dei renziani.

Perplessità che circolano sempre più anche all’interno del Pd che viene oggi accusato di aver sacrificato le ragioni della democrazia alla tenuta dell’esecutivo giallorosso. Critiche alla riforma che vengono perlopiù sussurrate anche nel giorno che si sono chiuse le liste per le prossime regionali. Consultazioni importanti, forse vitali per l’esecutivo, che si svolgeranno insieme al voto referendario il 20 e 21 settembre prossimo.

Il doppio voto regionali-referendum consiglia infatti prudenza a tutti:ormai è troppo tardi e troppo pericoloso far deflagare una vera e propria fronda all’interno dei partiti che vogliono mostrare compattezza alla vigilia delle amministrative.

Eppure i dubbi crescono e discretamente emergono nel caldo agostano, anche in Forza Italia che sembra, tra le opposizioni, la più refrattaria a seguire l’onda dell’antipolitica. Onda che continua ad essere alimentata con vigoria solo dal Movimento Cinque stelle che già pregusta un’ampia vittoria sul taglio dei parlamentari, uno dei cavalli di battaglia dei grillini.

Chi non teme di parlare chiaro è Emma Bonino che rivendica le tante battaglie radicali anti-casta per replicare duramente ai Cinque stelle e al Pd: “sentire parlare del Parlamento come di un covo del malaffare occupato da parassiti, che vanno eliminati come se fossero dei pidocchi – sottolinea Bonino – mi fa intellettualmente orrore, e non mi capacito di come persone rispettabili non insorgano contro questa retorica tossica”.

Concetti analoghi a quelli espressi da Carlo Calenda che però affonda la lama tra i Dem spiegando di non credere a chi nel Pd sostiene che basterebbe introdurre dei correttivi: “Son tutte balle di gente che ha votato per tre volte no e adesso vota sì perché, come su ogni dossier governativo, è sotto scacco del M5S”.

Tra i Cinque stelle si comprende il disagio del Pd e forse non a caso proprio oggi il ministro per i rapporti con il Parlamento (con delega alle riforme) Federico d’Incà prova a rassicurare che i necessari interventi correttivi saranno introdotti e non ci sarà solo il taglio degli eletti:

“La riforma non sarà affatto un salto nel buio, perché tutto il necessario è stato predisposto. Non sarà un successo dei populisti, perché accoglie proposte di Einaudi e Iotti. Col referendum faremo solo un primo passo. Come ministro delle Riforme istituzionali assicuro il mio impegno affinché non sia l’ultimo”. Ma per adesso tutti pensano alle regionali.

(Di Fabrizio Finzi /ANSA)

Lascia un commento