Karate: il venezuelano Antonio Díaz si tiene in forma per Tokio 2020

Díaz punta al podio nei Giochi di Tokyo. foto cortesia

CARACAS – I Giochi Olimpici sono il sogno di tutti gli sportivi, ma in questo 2020 i piani di tutti i campioni sono saltati a causa del Covid-19 e l’appuntamento di Tokio è andato all’aria. Ma il viaggio nella “Terra del Sol Levante” é stato solo rimandato di un anno, per questo motivo il karateka Antonio Díaz continua gli allenamenti per mantenersi al top della forma. “Non bisogna aspettare l’ultimo momento” ha dichiarato ai media locali il campione dei tatami.

L’Olimpiade di Tokyo sarà “una celebrazione senza precedenti dell’unità e della solidarietà del genere umano, un simbolo di resilienza e speranza per dimostrare che insieme siamo più forti”. È stato il messaggio del presidente del Cio, Thomas Bach, poche settimane fa giusto quando mancava un anno esatto dalla cerimonia d’apertura dei Giochi, slittati di un anno a causa dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus.

Il sogno di Diaz é appendere il kimono al chiodo vincendo una medaglia a cinque cerchi, va ricordato che nel suo prestigioso palmares ci sono podi in tutte le competizioni possibili. L’unica medaglia che gli manca é quella olímpica, ma non per colpa sua, il karate farà il suo esordio solo nei giochi di Tokyo.

Nei mondiali di karate, Diaz si é appeso al collo: un oro, un argento e tre bronzi. In 12 occasioni ha portato a casa la Coppa della Federazione Panamericana di Karate.

Per preparare il sogno olímpico si allena nella sua palestra. “Sto lavorando da solo nella palestra, in questo modo rispetto tutte le misure di sicurezza. Il lavoro in questo momento é sull’aspetto físico” spiega Díaz.

Va ricordato che tutti gli eventi internazionali di karate in questo 2020 sono stati cancellati, e così Díaz ne approfitta per prepararsi a fondo per il 2021.

“Nel mese di febbraio inizieranno le diverse prove internazionali, ci saranno tre tappe della Liga Premier, diverse del mondiale, il campionato panamericano e le olimpiadi”.

(di Fioravante De Simone)