Putin avverte l’Ue: “Non interferite in Bielorussia”

Una manifestazione pacifica in Bielorussia
Una manifestazione pacifica in Bielorussiacontrom il resultado delle elezioni. Immagine d'archivio. (Ansa)

MOSCA.  – Il Consiglio di coordinamento dell’opposizione bielorussa si è riunito per la prima volta e per farlo ha scelto una giornata davvero piena. Il presidente Alexander Lukashenko, che solo ieri sembrava aver aperto all’ipotesi di nuove elezioni, ha infatti vestito i panni del leader bellicoso e ha picchiato duro contro Tikhanovskaya e compagni, accusandoli di puntare al “golpe” e di voler stracciare i legami con Mosca.

Ecco, la Russia. Finalmente ha dato cenni. Molto chiari. Vladimir Putin, in vista del vértice straordinario dell’Ue di domani, ha invitato essenzialmente l’Europa a badare ai fatti suoi. E per ben tre volte.

Lo zar nello stesso giorno ha parlato con Angela Merkel (su iniziativa di Berlino), con Emmanuel Macron (su iniziativa di Parigi) e con il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel (su iniziativa di Bruxelles). Insomma, tutti attaccati al telefono con Putin per sentirsi dire la stessa cosa: i tentativi di destabilizzare la Bielorussia applicando pressioni sul Paese e sulla sua leadership sono “inaccettabili”, una vera e propia intromissione negli affari interni.

Putin ha poi espresso il desiderio che la situazione in Bielorussia, che ha rapporti “fraterni” con la Russia, si “normalizzi” presto. La cancelliera, dal canto suo, ha sottolineato “che il governo bielorusso deve impegnarsi ad evitare violenze contro i manifestanti pacifici, rilasciare immediatamente i prigionieri politici e avviare un dialogo con l’opposizione e la società per superare la crisi”.

Il presidente russo, ha fatto sapere l’agenzia di stampa statale bielorussa BelTa, ha poi chiamato Lukashenko (è la terza volta dal 9 agosto) per aggiornarlo sulla situazione. L’uomo forte di Minsk ha deciso allora di alzare la voce. Le truppe sul confine occidentale sono state così messe in “allerta massima” e gli oppositori sono stati minacciati di patire le “giuste conseguenze” per le loro azioni.

Ma soprattutto, Lukashenko ha denunciato il piano del Consiglio di voler stracciare “lo Stato dell’Unione” con Mosca (ovvero un trattato di integrazione soft, che Putin negli ultimi anni ha cercato di rafforzare), reintrodurre “dazi e dogane”, abolire “le basi russe”, uscire dal Trattato di Sicurezza Collettiva e finanche “proibire l’uso del russo”.

Un programma molto pro-Occidente, che occhieggia all’esperienza ucraina e che porterebbe fiato alla narrazione russa delle intromissioni e della destabilizzazione.

“È una manipolazione e un inganno”, si è affrettato a dire il Consiglio, dove già siedono figure di spicco della società bielorussa come la scrittrice premio Nobel Svetlana Alexievich. “Il nostro obiettivo è organizzare nuove elezioni e gestire la transizione pacifica del Paese, non prendere il potere”. Quindi un passaggio chiave.

“Vogliamo avere relazioni trasparenti ed equilibrate sia con la Russia che con l’Ucraina e i Paesi europei”, ha sottolineato Maria Kolesnikova, alleata dell’ex candidata Tikhanovskaya.

Nel mentre il Paese resta in fermento, con azioni sporadiche nelle fabbriche e nelle strade, con gli attivisti sul piede di guerra per rintracciare chi ancora tra i manifestanti fermati manca all’appello e per diffondere le prove delle violenze subite nelle prigioni. La rivoluzione d’altra parte è appena iniziata. E ora anche Donald Trump sembra voler scendere in campo: “Le manifestazioni sono pacifiche, parlerò con Mosca.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

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