Tensione nel Mediterraneo orientale, diplomazia al lavoro

Aerei da combattimento francesi pronti al decollo
Aerei da combattimento francesi pronti al decollo. EPA/PHILIPPE LOPEZ / POOL MAXPPP OUT

BRUXELLES. – Tensione alle stelle nel Mediterraneo orientale, dopo che la Turchia ha inviato la nave Oruc Reis per attività di esplorazione di idrocarburi all’interno della Zona economica esclusiva greca (non riconosciuta da Ankara), in un’escalation che vede numerosi interessi in gioco, compresa la partita libica.

In questo rinnovato braccio di ferro, fregate e corvette della Marina militare turca accompagnano la Oruc Reis, e il ministero della Difesa ha fatto sapere di essere pronto a proteggere fino in fondo gli interessi del suo Paese.

Inaccettabile per Atene, sostenuta dai partner dell’Ue e da Israele. La diplomazia è al lavoro nel tentativo di disinnescare la portata esplosiva della situazione, con la mediazione della cancelliera Angela Merkel e del leader del Consiglio europeo Charles Michel, che hanno sentito il presidente Recep Tayyip Erdogan, e quella del ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha parlato col suo omologo Mevlut Cavusoglu.

Il dossier sarà sul tavolo del Consiglio Esteri straordinario, convocato dall’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, ma Parigi ha già rafforzato la sua presenza militare nell’area, inviando due caccia Rafale e due navi militari, mentre Atene è in stato di allerta, con i soldati richiamati dal congedo estivo.

Le fibrillazioni sono palpabili, anche perché, nella sua nuova dimostrazione di forza, la Turchia ha avviato un’esercitazione navale nell’area a sud est delle isole greche di Kastellorizo e Rodi, ed un incidente involontario potrebbe far precipitare la situazione.

L’escalation arriva a meno di una settimana dalla firma dell’accordo di demarcazione marittima tra il governo greco e l’Egitto del 6 agosto. Un’intesa in contrasto con quella siglata a novembre tra Erdogan e il premier libico Fayez Al Sarraj per una spartizione del Mediterraneo orientale, in cambio di aiuto militare contro il generale Khalifa Haftar (sostenuto da Russia, Egitto ed Emirati).

Una divisione che oltre a porre un’ipoteca su ampie zone di ricerca di idrocarburi, dove anche l’Italia ha interessi attraverso l’Eni, blocca il transito a Eastmed, il progetto di gasdotto sottomarino che partendo dalle coste di Israele dovrebbe toccare Cipro, Grecia, e sbucare in Puglia.

Non a caso l’ambasciata israeliana ad Atene ha sottolineato che “Israele sta monitorando con attenzione l’incremento delle tensioni nel Mediterraneo orientale” e ha espresso il suo pieno sostegno e solidarietà alla Grecia.

Ma la situazione crea nuove preoccupazioni anche tra i membri della Nato, e forse proprio per questo, venerdì a Vienna, il segretario di Stato Usa Mike Pompeo incontrerà il ministro degli Esteri greco Nikos Dendias.

(di Patrizia Antonini/ANSA)

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