Voto su Rousseau apre la rivoluzione d’agosto nel M5s

Piattaforma Rousseau, sul Blog delle Stelle.
Piattaforma Rousseau, sul Blog delle Stelle.

ROMA. – “Rivoluzione ” d’agosto per il Movimento 5 Stelle che ha chiamato la sua base a votare per la modifica di due veri e propri totem per il Movimento: la cancellazione della regola dei due mandati e l’alleanza con i partiti tradizionali. Si tratta di un cambiamento che, allo stato, vale solo per il voto alle amministrative ma in molti, nel Movimento, sanno che questa prima deroga potrebbe aprire la porta anche ad una cancellazione del divieto a livello nazionale.

Il futuro del M5S è dunque in mano agli iscritti e alla loro consultazione su Rousseau, su cui arriva ad urne aperte il pressing di Luigi Di Maio: “voterò due Sì perché mi fido dei territori”, perché Virginia Raggi ha dimostrato di avere la capacità sostenere “una pressione senza precedenti” e perché non bisogna temere le alleanze, le stesse che hanno consentito a Giuseppe Conte di diventare premier.

Sul voto, che si chiuderà domani alle 12, sono arrivati alcuni primi commenti di parlamentari ed anche della sindaca di Roma Virginia Raggi, la diretta interessata del risultato della consultazione, che ha lanciato in rete il suo appello agli iscritti ad esprimere il loro parere.

Proprio sull’abolizione del primo mandato da consigliere, apripista per una eventuale cancellazione del tetto dei due mandati anche per i parlamentari, si concentra infatti l’attenzione del mondo pentastellato. L’opzione è molto temuta dalla schiera di eletti entrati in Parlamento in questa legislatura che sono in diretta concorrenza, anche in previsione della riduzione del numero dei parlamentari, con i “big” del Movimento.

Una pattuglia per nulla esigua. Il presidente della Camera, Roberto Fico, passando per i ministri Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro, Fabiana Dadone, Federico D’Incà, Nunzia Catalfo, con i loro vice e sottosegretari come Laura Castelli, Manlio di Stefano, Carlo Sibilia, fino al capo politico reggente, Vito Crimi o gli ex componenti del governo, come Danilo Toninelli , Giulia Grillo o Barbara Lezzi sono, infatti, solo alcuni dei nomi della folta schiera di parlamentari M5s che hanno già raggiunto il tetto del secondo mandato e che, stando alle regole per loro tuttora in vigore, non potranno ricandidarsi nella prossima legislatura.

In totale circa il 25 per cento dell’attuale gruppo parlamentare è composto ora da deputati e senatori già al secondo mandato. Tra loro altri “big” come Paola Taverna o Nicola Morra, ma anche Carla Ruocco, Francesco D’Uva, Giulia Sarti, Sergio Battelli, Giuseppe Brescia: tutti dovranno fare un passo indietro e lasciare spazio ai parlamentari entrati nelle Camere nel 2018 e che si vorranno o potranno ricandidare.

Tra tutti una sola grossa eccezione: quella di Alessandro Di Battista che alla fine della XVII legislatura ha deciso restare a guardare e non ricandidarsi, lasciandosi aperta quindi l’opportunità di fare un “secondo giro” da deputato o senatore nella prossima legislatura.

Tra i “vecchi” ha annunciato il suo No alle alleanze con gli altri partiti e il Sì all’eliminazione del primo mandato da consigliere comunale, la senatrice Barbara Lezzi mentre Nicola Morra invita a ragionare sulla questione delle preferenze e del taglio alle indennità: “Per i mandati deciderà ognuno con la sua testa, com’è giusto che sia, però io dico che prima ancora di ragionare di mandati noi dobbiamo ragionare su come svolgere bene il nostro mandato politico e su questo dobbiamo molto crescere” dice.

“Dite al treno che io passo una volta sola e voto 2 volte sì” annuncia anche Luigi Gallo. La ministra Fabiana Dadone non si esprime ma avverte: “non è una ridiscussione su due mandati per tutti, ma di un chiarimento su quella che è la regola del mandato zero. Secondo me è il metodo che merita di essere premiato”.

(di Francesca Chiri/ANSA)