Vaccino Covid, annuncio Russia ma Cina è in testa

Specialisti lavorano alla ricerca del vaccino contro il Coronavirus nel laboratorio DaAn Gene in Guangzhou, Cina.
Specialisti lavorano alla ricerca del vaccino contro il Coronavirus nel laboratorio DaAn Gene in Guangzhou, Cina. EPA/ALEX PLAVEVSKI

ROMA. – Prima del ‘colpo di reni’ da parte della Russia, che a quanto riportano le autorità di Mosca ha tagliato il traguardo della registrazione per prima, la corsa al vaccino contro il Sars-Cov-2 vedeva un testa a testa tra Usa, Cina e Gran Bretagna, le uniche che avevano in corso test di fase 3, quelli decisivi prima dell’autorizzazione al commercio.

Secondo il monitoraggio dell’Istituto Superiore di sanità, al 27 luglio erano 44 gli studi in corso su una trentina di vaccini in tutto il mondo, di cui appunto quattro in fase 3, due cinesi, uno britannico, e uno statunitense.

Sin dalle prime fasi della pandemia la corsa al vaccino non ha coinvolto solo laboratori e corsie di ospedali, ma anche la politica, con ad esempio il presidente Usa Trump che già a marzo aveva cercato di accaparrarsi quello prodotto dalla tedesca CuraVac.

Sempre dagli Usa sono arrivate addirittura accuse alla Cina di tentativi di furto di dati dalle aziende farmaceutiche impegnate sul Covid, in un clima che ricorda molto quello della corsa allo spazio degli anni ’60, come testimonia anche il nome di ‘Sputnik’ dato dalla Russia al proprio vaccino.

Dai dati del monitoraggio del gruppo di lavoro ‘Clinical Trials’ dell’Iss il paese più avanti sembra essere la Cina, che ha 15 dei 44 studi registrati in corso e due vaccini in fase 3, quello di Sinovac e quello dello Henan Provincial Center.

Al secondo posto ci sono gli Usa, con otto studi registrati e un vaccino, quello di Moderna, che è già nella fase 3, anche se le previsioni di Trump di averlo per le elezioni di novembre sembrano ottimistiche, secondo quanto riporta la Cnn. Sono cinque invece gli studi britannici registrati di cui uno in fase 3.

Ad essere arrivato all’ultimo step è il vaccino sviluppato dall’università di Oxford e Astrazeneca anche con il contributo italiano. Quattro sono gli studi australiani, tre i canadesi, due i tedeschi e gli indiani e uno a testa per Belgio, Corea, Russia, Giappone e SIngapore. Alla corsa partecipa da pochi giorni anche l’Italia, con il vaccino messo a punto da Reithera che sarà testato allo Spallanzani di Roma.

(di Pier David Malloni/ANSA)