Governo in aiuto Pmi, 4 miliardi per ricapitalizzare

Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri.
Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. (Filippo Attili/Ufficio Stampa Palazzo Chigi)

ROMA. – Una partenza a rilento, con il mondo delle piccole imprese, dell’artigianato e del commercio piegato dal Covid e il Governo accusato di reagire troppo poco e troppo tardi.

Con i decreti attuativi appena firmati, che sbloccano quattro miliardi per sostenere le ricapitalizzazioni delle Pmi e l’incentivo ulteriore sui crediti d’imposta, l’esecutivo punta a riguadagnare il terreno perduto, a fermare l’emorragia che mette a rischio-fallimento un’impresa medio-piccola su tre.

Un provvedimento che si somma a quelli per la liquidità, ai finanziamenti a fondo perduto, ai prestiti in moratoria, ai sostegni per le partite iva, e si affianca all’intervento europeo con la Bei, il Sure e il recovery fund e punta ad essere “un insieme di misure di grande impatto”, come ha spiegato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri”, che “va oltre il semplice sostegno alle imprese colpite dalla crisi ma punta a valorizzare le potenzialità di un settore che è da sempre la spina dorsale dell’economia italiana”.

I decreti attuativi delle norme sugli incentivi patrimoniali per le Piccole e medie imprese firmati oggi, parte del deinterlocuzioni” con la Commissione Ue, per valutare i profili che hanno dovuto attendere una serie di ” aiuto di Stato e gli impatti sul debito che va verso il 160% di Pil.

Due i pilastri: uno dicreto rilancio, guarda al capitale di imprese crónicamente sottocapitalizzate e dunque già molto vulnerabili prima della pandemia.

Quelle con sede in Italia, ricavi fra 5 e 50 milioni e un calo (su anno) di almeno un terzo dei ricavi fra marzo e aprile vedranno  un credito di imposta del 20% della somma investita nel capitale, ed un ulteriore credito pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto, fino a concorrenza del 30% dell’aumento di capitale stesso.

Viene inoltre istituito il “Fondo Patrimonio Pmi” che, con quattro miliardi di dotazione, potrà sottoscrivere obbligazioni o titoli di debito di imprese con ricavi superiori a 10 milioni che effettuano un aumento di capitale non inferiore ai 250.000 euro.

Il decreto attuativo sul credito d’imposta, invece, prevede la presentazione delle istanze all’Agenzia delle Entrate, secondo termini e modalità che saranno definiti con Provvedimento del Direttore della stessa Agenzia, che, verificata la correttezza dei dati, riconosce il credito stesso.

L’Agenzia delle Entrate, entro 30 giorni dalla presentazione delle istanze, comunica poi l’esito della richiesta e, in caso di esito positivo, l’importo del credito effettivamente spettante.