Calcio: l’Atalanta a Lisbona, “Final 8 arriviamo”

Nella foto d'archivio l'allenatore dell'Atalanta Gian Piero Gasperini a bordo campo
Nella foto d'archivio l'allenatore dell'Atalanta Gian Piero Gasperini a bordo campo. ANSA/PAOLO MAGNI

BERGAMO. – “Final 8, arriviamo!”. Dalla scaletta del charter con amore, firmato profilo ufficiale Instagram, con le foto del gruppo. Tra l’Atalanta e la gloria, nel quarto secco di Champions League di mercoledì 12 contro il Paris Saint-Germain  al “Da Luz” di Lisbona, poco più di 48 ore.

Partiti da Orio al Serio per il ritiro portoghese, tra albergo top secret e centro sportivo “Pina Manique” (del Casa Pia, neopromossa in B locale), i nerazzurri sono stati preceduti da due furgoni con materiale sportivo e vettovaglie più il pulman ufficiale.

Oggi il volo alle 17, orario mai diramato per evitare assembramenti. La squadra è in una bolla inavvicinabile, precauzione figlia dei tempi del Coronavirus, oltre seimila morti in Bergamasca dove però le terapie intensive sono vuote dall’8 luglio.

I tifosi, costretti al distanziamento sociale dai loro beniamini fin dall’inverno, hanno dovuto prenotare posti a sedere ormai esauriti in bar e locali: solo in provincia i maxi schermi all’aperto, a Clusone presso il centro sportivo del ritiro estivo, a Cisano, ad Almenno San Salvatore e a Dalmine (un paio).

Il primo dei due grandi assenti, per motivi personali, è l’asso Josip Ilicic, capocannoniere stagionale con 21 gol (15 in campionato, superato dai 18 della coppia colombiana Luis Muriel-Duvan Zapata) di cui la cinquina piena negli ottavi contro il Valencia, col poker al Mestalla il 10 marzo, dopodiché la sua stella s’è rabbuiata.

L’altro è Pierluigi Gollini: lesione subtotale del crociato posteriore del ginocchio sinistro, fatale la mischia a tre col compagno Robin Gosens e l’interista Danilo D’Ambrosio due sabati fa dopo 50 secondi subendo l’1-0. In porta, come a Valencia, c’è Marco Sportiello, l’unico atalantino colpito (al rientro da quella trasferta) da Covid-19 insieme al tecnico Gian Piero Gasperini.

Nella Lisbona già incrociata in Coppa delle Coppe il 14 ottobre ’63 (ko per 3-1) e il 16 marzo ’88 (1-1 e poi semifinali perse col Malines), ma al “José Alvalade” contro lo Sporting, in ballo ci sono anche entrate importanti.

L’accesso alla semifinale aggiungerebbe 12 milioni ai 63,357 fin qui incassati alla prima partecipazione alla coppa dalle grandi orecchie: 12,5 di quota d’ingresso, 3,324 dalla graduatoria Uefa, 6,9 dai risultati sul campo, 9,5 per gli ottavi, 10,5 per i quarti, 6,883 di incassi da stadio (a San Siro con Shakhtar, Manchester City, Dinamo Zagabria e Valencia) e 11 milioni di market pool legati al mercato televisivo.

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