Emergenza Covid: va in pensione ma non ha sostituito, lavora gratis

La signora Marisa Avogadro, dipendente del Comune di Capizzone, con il sindaco.
La signora Marisa Avogadro, dipendente del Comune di Capizzone, con il sindaco Alessandro Pellegrini. ANSA/FILIPPO VENEZIA

MILANO. – “Con quello che c’era in giro, mi è sembrato normalissimo. Il minimo”: Marisa Avogadro è timida e proprio non capisce cosa ci sia di speciale in quello che ha fatto, cioè restare al lavoro gratis per quattro mesi dopo essere andata in pensione per garantire il funzionamento dell’anagrafe del Comune di Capizzone, in provincia di Bergamo, durante l’emergenza Covid.

Un sostituto non si poteva trovare perché con il lockdown sono stati bloccati tutti i concorsi, in un momento in cui il lavoro degli uffici comunali è aumentato in modo esponenziale. “Abbiamo avuto un 600% in più di decessi – spiega il sindaco Alessandro Pellegrini – Bisogna capire in che situazione eravamo. Le ho detto: ‘ti prego in ginocchio, resta’”. E lei non ci ha pensato due volte. “Non me la sono sentita di venire via” racconta all’ANSA.

Così Marisa ha continuato ad andare al lavoro ogni giorno, infilandosi la mascherina, mettendo i guanti e parlando con gli utenti che non sapevano che gli uffici erano chiusi al pubblico dalla finestra. “Era un dispiacere vedere le persone arrivare, smarrite, con la paura” ricorda. E di gente comunque ne arrivava. Le pompe funebre per i decessi, i parenti per cercare un posto al cimitero.

In due mesi, a marzo ed aprile, sono morte 12 persone. Per capire quante siano basta pensare che si tratta dello stesso numero di morti di tutto il 2019 nel comune che ha circa 1.200 abitanti. “Vivendo in paese conosco tutti. Quindi conoscevo le persone morte, in alcuni casi le avevo viste da poco”.

Poi la situazione è lentamente migliorata, lei e la collega che ha lavorato insieme a lei si sono potute togliere i guanti. Poi si è potuta fare la prova pratica del concorso. E lo scorso 17 luglio Marisa, dopo trent’anni (e quattro mesi) di lavoro al Comune ha riconsegnato il badge. Prima però ha affiancato per quindici giorni la sua sostituta. “Ha detto che il lavoro le piace e questo è bello” dice.

All’ultimo Consiglio comunale il sindaco Pellegrini le ha anche consegnato una targa di ringraziamento per quanto il lavoro di tutti questi anni e del periodo dell’emergenza. Ma per lei restare, anche senza stipendio, e andare a lavorare durante i giorni più pesanti dell’epidemia “era logico”. “Con quello che facevano medici, infermieri e volontari – dice stupita dell’attenzione che ha suscitato -, mi sembrava normalissimo. Il minimo”.

(di Bianca Maria Manfredi/ANSA)

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