Beirut: Analisti divisi, accuse a Israele o Hezbollah

Una veduta del porto di Beirut e dintorni in macerie dopo l'esplosione.
Una veduta del porto di Beirut e dintorni in macerie dopo l'esplosione. (ANSA)

BEIRUT. – C’è chi accusa Israele di aver innescato la sequenza esplosiva che ha devastato Beirut e chi punta invece il dito contro Hezbollah, colpevole di aver lasciato depositi di armi nel porto di Beirut nel pieno centro della città.

In mezzo a queste accuse, che compaiono in diverse analisi più o meno partigiane, si sta facendo strada l’ipotesi, per molti forse più agghiacciante, che la responsabilità di aver devastato Beirut, causando più di 100 morti e migliaia di feriti, debba essere attribuita a un incidente causato, “semplicemente”, dall’incuria di una serie di funzionari.

E mentre gli organi giudiziari hanno aperto un’inchiesta, parallela a quella già avviata dai servizi di sicurezza, è già partito il balletto dello scaricabarile di responsabilità.

Su tutto spiccano i documenti e le dichiarazioni shock, fornite nelle ultime ore dal direttore generale delle Dogane, Badri Daher, secondo cui gli organi competenti erano stati avvertiti più volte, anche meno di un mese fa, della pericolosità delle 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio stoccati nel porto.

Ma sulla esplosione, udita fino a Cipro e che è stata descritta come “la più potente mai registratasi a Beirut” – città tristemente abituata agli attentati dinamitardi e ai bombardamenti aerei – pesano i fantasmi di “complotti” orditi contro il Libano da “chi vuole la fine del paese dei Cedri”.

Si sono addensate nelle ultime ore una serie di ricostruzioni, basate solo su testimonianze non verificabili e che riferiscono della presenza di velivoli militari israeliani sopra i cieli di Beirut poco prima dell’esplosione. Ogni giorno l’aviazione israeliana sorvola i cieli del Libano da anni.  C’è chi ha addirittura detto di aver visto un missile colpire il porto dal mare. Israele è stato il primo paese straniero a reagire ieri pomeriggio, affermando di non essere coinvolta nell’accaduto.

Sotto accusa ci sono anche gli Hezbollah, arci-nemici propriodi Israele e con cui nelle settimane e nei giorni scorsi la tensione era salita alle stelle sia sul fronte libanese (Shebaa) che su quello siriano (Golan). Secondo diversi analisti, il porto conteneva la Santa Barbara del movimento sciita filo-iraniano.

Circostanza smentita più volte dal Partito di Dio. Hezbollah, affermano alcuni, aveva immagazzinato i suoi missili nel cuore di Beirut proprio per evitare che Israele potesse bombardare i suoi depositi, come invece succede sempre più spesso nella vicina Siria.

Per ora si tratta di ipotesi. In un paese che attende ancora, dopo 15 anni, di conoscere la verità sull’uccisione nel 2005 dell’ex premier Rafiq Hariri, morto in un attentato poco lontano dal devastato porto della città, nessuno si attende risultati concreti dalle inchieste in corso. Anche per questo le teorie del complotto sono sempre più popolari.

(di Lorenzo Trombetta/ANSA)