Stretta sui trasporti: “Il Comitato tecnico scientifico lavora sulle distanze in aereo”

Pendolari su una vettura della Trenord a Rho, Milano
Pendolari su una vettura della Trenord a Rho, Milano. ANSA/SERGIO PONTORIERI

ROMA. – La stretta sui trasporti a causa del coronavirus potrebbe non riguardare gli aerei, per i quali le regole rimarranno quelle attuali. “Il Comitato Tecnico Scientifico è a lavoro su questo e io ho espresso una posizione molto chiara”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza. Insomma la capienza di posti sui voli non sembra destinata a diminuire.

Ma è sui treni e gli altri mezzi pubblici che si confrontano e scontrano governo e Regioni. Queste ultime in generale varano disposizioni meno restrittive di quelle ribadite da Speranza per i convogli ad Alta Velocità e gli interregionali. E sono praticamente esauriti tutti i biglietti per i treni Frecciarossa in partenza da Milano per il sud Italia nel prossimo fine settimana: con il mantenimento delle norme sul distanziamento si sono dimezzati i biglietti.

Un giorno importante sarà mercoledì, quando il Comitato tecnico scientifico (Cts) incontrerà il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli in videoconferenza per esaminare il nuovo protocollo dei trasporti. Si tornerà a parlare del distanziamento sui treni, dopo che gli esperti si sono schierati nei giorni scorsi contro un allentamento della disciplina di sicurezza.

Intanto però le Regioni sono schierate per una maggiore apertura del trasporto pubblico. Il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha firmato una ordinanza che dà il via libera alla piena occupazione dei posti a sedere e del 50% di quelli in piedi sui mezzi pubblici, come anticipato nei giorni scorsi.

“Alta velocità e treni regionali hanno tempi di percorrenza molto diversi”, ha osservato l’assessore regionale Claudia Terzi. Atm – società di trasporti milanesi – ha prudenzialmente lasciato i segni di distanziamento sui mezzi, in attesa di avere delucidazioni, chiedendo ai viaggiatori di rispettarle. In Piemonte la Regione per bocca dell’assessore ai Trasporti Marco Gabusi fa sapere di “non essere nelle condizioni di eliminare il distanziamento a bordo dei mezzi pubblici, come previsto dall’ordinanza deavirus, Trasporti, Distanza,l ministro Speranza”.

“Ci faremo sentire presso il governo affinché la situazione venga sanata”, aggiunge. In Piemonte il distanziamento sui treni regionali non esiste più dal 10 luglio. “Abbiamo migliaia di utenti che rimarranno a piedi – dice Gabusi – che non potranno svolgere la loro attività lavorativa e nemmeno andare in vacanza”.

Mentre nel Lazio la capienza dei mezzi pubblici è rimasta al 50 per cento, in Veneto con le mascherine indossate è possibile occupare il 100% dei posti sui treni, previa aereazione e sanificazione per ogni viaggio di andata e ritorno. Anche in Puglia bus e treni viaggiano a piena capienza, ma con l’obbligo di mascherina.

In Sardegna si può occupare il 100% dei posti a sedere su treni e autobus fin dal 15 luglio, con un’ordinanza prorogata dal governatore Christian Solinas il 31. Sulle linee regionali della Campania è invece al 60% la capienza dei convogli e il pienone è previsto solo sui traghetti per le isole, sempre con mascherina obbligatoria.

Intanto i dati giornalieri dell’epidemia diffusi dal ministero della Salute parlano di un’ulteriore calo dei contagi, per il terzo giorno di fila – sono 159 -, ma a fronte di un numero minimo di tamponi, poco più di 24 mila, come sempre la domenica. In cinque regioni non si sono trovati nuovi positivi: Marche, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Valle d’Aosta e Basilicata. Le vittime sono invece 12, in aumento rispetto al giorno precedente.

(di Luca Laviola/ANSA)

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