Re Juan Carlos travolto dai guai lascia la Spagna

Il re emerito di Spagna Juan Carlos I (D) e suo figlio, l'attuale sovrano Felipe VI (S) si aggiustano la cravatta mentre aspettano per entrare in una sessione del Parlamento.
Il re emerito di Spagna Juan Carlos I (D) e suo figlio, l'attuale sovrano Felipe VI (S)

ROMA  – Re Juan Carlos I di Borbone, re emerito di Spagna, lascerà il Paese per evitare che il clamore sollevato dalle inchieste a suo carico per evasione fiscale si ripercuota sul regno del figlio Felipe VI. L’erede ringrazia e plaude alla decisione, sebbene l’anziano re non sia ancora ufficialmente indagato. La monarchia sente ormai il fiato sul collo degli investigatori e dell’opinione pubblica.

Di certo la sua presenza al palazzo della Zarzuela era diventata un peso per l’attuale capo dello Stato, ma nessuno in Spagna osa parlare apertamente di “esilio”. I legali di Juan Carlos precisano che in ogni caso resterà “a disposizione della Procura” e nella lettera a Felipe con cui annuncia la decisione di partire sembra alludere ad un suo possibile ritorno, se e quando le ombre sulla sua persona si dovessero dissolvere.

Juan Carlos I,  re di Spagna dal 1975 al 2014, anno della sua abdicazione a favore del figlio, ma nominalmente re anche al tempo di Francisco Franco che si era però autonominato reggente, esce di scena con una accorata lettera al figlio che sa di altri tempi, anche se le inchieste che lo hanno travolto parlano di reati e paradisi fiscali dei nostri giorni.

Una iniziativa, quella dell’ex monarca, apparentemente autonoma, su cui tuttavia hanno pesato le molte pressioni in questo senso ricevute nelle ultime settimane, dallo stesso Felipe e dallo stesso governo  Sanchez, secondo la stampa spagnola.

“Maestà, caro Felipe”, l’incipit della missiva: “con lo stesso spirito di servizio che ispirò il mio regno” – afferma Juan Carlos – e “a fronte delle ripercussioni pubbliche che stanno generando alcuni fatti passati della mia vita privata”, il re emerito ha preso la “meditata decisione” di trasferirsi fuori dalla Spagna. Una decisione motivata dal desiderio di “contribuire a facilitare l’esercizio delle funzioni  di capo dello Stato attualmente svolte da Felipe” e dettate “dalla mia storia e dalla mia propria dignità di persona”.

Poco dopo, la dichiarazione di Felipe che, secondo fonti di palazzo reale, ha trasmesso al padre “sincero rispetto e gratitudine per la sua decisione”.

Non è chiaro dove andrà Juan Carlos, nè quando lascerà il palazzo della Zarzuela.  Da mesi sui media spagnoli e non solo dilagano voci su somme di denaro che l’anziano ex monarca non avrebbe dichiarato al fisco e di dubbia origine.

I problemi per lui  erano cominciati nell’estate del 2018, quando la polizia svizzera ha avviato un’indagine sul gestore di fondi Arturo Fasana. In alcune intercettazioni la sua amante, Corinna Zu Sayn-Wittgenstein, protagonista della cronaca rosa iberica, parlava di commissioni ricevute dal sovrano per un contratto di 6,7 miliardi di euro per la costruzione di un treno ad alta velocità tra La Mecca e Medina verso un consorzio di compagnie spagnole.

Dalle registrazioni, sono emerse due fondazioni con conti in Svizzera riconducibili alla familia reale spagnola, e denaro approdato per vie traverse alle Bahamas, con sospetti di riciclaggio.

La notizia era stata divulgata solo nel marzo di quest’anno e Felipe aveva preso subito la sofferta decisione di rinunciare all’eredità del padre e ad ogni centesimo proveniente da quei conti. Contestualmente ha privato il padre dell’assegno da quasi 200.000 euro all’anno, finanziato da fondi pubblici.

Al di là dei dubbi che la decisione sollevava – non si può di norma rinunciare a un’eredità finchè una persona è in vita – il messaggio di Felipe era chiaro: rompere i legami con suo padre.

Il re emerito non è attualmente indagato, sebbene le fonti giudiziarie svizzere non escludano che lo sarà in futuro. E dal 2014 l’ex monarca è stato privato dell’ immunità.

A quanto pare, Juan Carlos I non perderà il titolo onorifico di re, che gli è stato concesso da un decreto reale del giugno 2014, pochi giorni prima della sua abdicazione. A questo non aveva voluto rinunciare e Felipe, almeno di questo, non aveva inteso privarlo.

(di Domitilla Conte/ANSA)