L’Ue sanziona intelligence russa per i cyberattacchi

Immagine allegorica a un pirata informatico: Silhouette di un uomo con cappuccio.
Immagine allegorica a un pirata informatico: Silhouette di un uomo con cappuccio. (Istockfoto)

BRUXELLES.  – I servizi tecnologie speciali dell’intelligence russa, una sedicente società di export nordcoreana e un’azienda cinese, oltre a 007 e gang criminali: i protagonisti dei documenti legali pubblicati dalla Gazzetta Ufficiale, che accompagnano il primo pacchetto di sanzioni imposto dall’Ue per lottare contro i cybercrimini è degno di un’intricata spy story ai quattro angoli del mondo.

Complessivamente le misure restrittive hanno colpito sei persone e tre entità, responsabili di aver compiuto vari attacchi informatici o di averli sostenuti. Fra i principali episodi, l’attentato ai danni del sistema informatico dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), con sede all’Aja, ma anche le operazioni “WannaCry”, “NotPetya” e “Cloud Hopper”.

Le sanzioni prevedono il divieto di viaggio  e il congelamento dei beni nel territorio dell’Unione per i nominativi iscritti nell’apposita black list europea.  In particolare, nel mirino Ue è finito il Centro principale per le tecnologie speciali del servizio dell’intelligence russa (Gu-Gru), noto anche come unità 74455,  per attacchi ai danni di diverse aziende nel Vecchio continente con gravi perdite finanziarie (utilizzando i ransomware noti come “NotPetya” o “EternalPetya”) nel giugno 2017, e per il sabotaggio di una rete elettrica ucraina nell’inverno del 2015 e del 2016.

Ma anche per aver dato sostegno a quattro 007 accusati di aver attentato all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche all’Aja.

Sanzionata anche la società di export nordcoreana Chosun Expo, sospettata di aver sostenuto finanziariamente e materialmente il gruppo criminale informatico Lazarus Group, conosciuto anche come Hidden Cobra, o col nome in codice Apt38 (Advanced Persistent Threat 38).

La gang è al centro di una serie di gravi attacchi in tutto il mondo, anche attraverso il malaware WannaCry, oltre al furto da 81 milioni di dollari dal conto di una banca del Bangladesh, un tentato prelievo dalla Vietnam Tien Phong Bank, e l’hackeraggio alla Sony Pictures, nel 2014, per contrastare l’uscita della commedia satirica “The Interview”, sul leader Kim Jong-un.

Colpita anche la società cinese Haitai Technology Development, accusata di aver supportato attacchi informatici, come Operation Cloud Hopper, con l’obiettivo di rubare dati commercialmente sensibili dalle multinazionali di tutto il mondo, dando sostegno a due cinesi, anch’essi colpiti dalle misure.

Intanto un nuovo pacchetto di sanzioni contro i cybercrimini è atteso dopo la pausa estiva.

(di Patrizia Antonini/ANSA)

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