Accuse a Barr in Congresso: “Da lui favori a Trump”

Il ministro di Giustizia americano William Barr participa ad una conferenza stampa nel Departamento di Giustizia a Washington, DC,
Il ministro di Giustizia americano William Barr participa ad una conferenza stampa nel Departamento di Giustizia a Washington, DC, (ANSA- EPA/MICHAEL REYNOLDS)

WASHINGTON. Le priorità di William Barr sono chiare: “Trump first, America second”. L’atto d’accusa rivolto contro il ministro della giustizia americano risuona nell’aula della commissione giustizia della Camera del Congresso.

Era da oltre un anno che il politico dipinto come il più fedele alleato del tycoon nell’esecutivo non si presentava a Capitol Hill. Un anno in cui sono successe molte cose, e durante il quale si è rafforzata l’immagine di un guardasigilli pronto a togliere le castagne dal fuoco al presidente e ai suoi alleati coinvolti in casi giudiziari.

Senza contare l’avallo di Barr, dopo le proteste per la morte di George Floyd, alla linea dura di Trump sul fronte dell’ordine pubblico.

Il presidente della commissione Jerrold Nadler, uno degli uomini che ha guidato il processo di impeachment contro Trump, usa parole durissime, accusando Barr di aver politicizzato il Dipartimento di giustizia pur “aiutare” il presidente Donald Trump.

“Ha fallito nella sua missione di essere un ministro imparziale nell’applicare la legge e nell’attuare le leggi a difesa dei diritti civil- ha detto-.  Una gestione, la sua, caratterizzata da una guerra continua contro i funzionari chiave del suo dipartimento in un evidente tentativo di garantire favori al presidente Trump”.

Una vera e propria invettiva, dunque, quella del presidente della commissione giustizia che ha puntato il dito anche sulla “pericolosa gestione” delle proteste: “Non ci sono precedenti di un Dipartimento di giustizia che ha cercato lo scontro con i cittadini americani che manifestavano giustificando la sua azione con fragili pretesti o futili motivi”.

Non è finita: Nadler ha rimproverato a Barr anche di aver “palesemente distorto” le conclusioni delle indagini sul Russiagate condotte dall’ex procuratore speciale Robert Mueller il cui rapporto inizialmente non era stato diffuso. Quanto basta per i democratici perché un ministro si dimetta.

Ma la difesa del guardasigilli è stata altrettanto veemente: “Non ho niente da dimostrare”, e “prima di essere nominato ministro della giustizia non avevo alcun rapporto con Donald Trump”, ha puntualizzato Barr: “Il presidente non ha mai tentato di interferire nelle mie decisioni. Anzi, fin dal primo momento mi ha detto che si aspettava da me l’esercizio di un giudizio indipendente, ed è quello che ho fatto”.

Barr ha quindi difeso le decisioni che hanno favorito alcuni alleati di Trump finiti in guai giudiziari, come Roger Stone o Michael Flynn: “Gli amici del presidente non meritano trattamenti speciali, ma non meritano nemmeno di essere trattati più duramente degli altri”. “Le mie decisioni – ha aggiunto – sono state solo mirate a ripristinate lo stato di diritto”.

Infine la risposta alle proteste: “L’eccessivo uso della forza da parte della polizia è inaccettabile – ha detto Barr – ma dopo la morte di George Floyd la polizia è stata demonizzata e gli anarchici hanno preso in ostaggio le proteste”. Il ministro ha quindi negato che la polizia americana sia caratterizzata da un “razzismo sistematico”, come denunciato dal candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden.

E strenua è la difesa del pugno duro di Trump nelle città, con il dispiegamento diagenti federali a Portland e Chicago e con la minaccia di inviarli anche in metropoli come New York o Atlanta: “L’operazione ‘Legend’ è stata concepita per far fronte alla criminalità violenta nelle città americane, non per reprimere le proteste”.

Intanto Twitter ha annunciato di aver temporáneamente bloccato le funzionalità dell’account di Donald Trump Jr., reo di aver postato un video che viola la regole dell’azienda contro la disinformazione sul coronavirus.

Al primogenito del presidente americano è stato chiesto di cancellare il tweet col video incriminato in cui – spiega il social media – “si diffondono informazioni fuorvianti e potenzialmente dannose sul Covid-19”, come l’uso della idrossiclorochina per curare il virus.

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