Boom sbarchi, fughe dai centri. Arrivano i militari

Controlli su sbarchi di migranti a Porto Empedocle
Controlli su sbarchi di migranti a Porto Empedocle. ANSA / CARMELO IMBESI

ROMA. – Luglio di fuoco sul fronte migranti: gli sbarchi si intensificano, così come le fughe di massa dai centri, l’opposizione attacca il Governo ed il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sbotta: “è inconcepibile che oggi qualcuno, incurante delle regole tuttora in vigore, pensi di andarsene in giro senza rispettare l’obbligo della quarantena. Qui è una questione di salute pubblica”.

Dal punto di vista sanitario, “la situazione è sotto controllo”, rassicura la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, annunciando l’impiego di alcune centinaia di militari per il presidio delle strutture di accoglienza. La titolare del Viminale è volata a Tunisi dove ha fatto presente al presidente della Repubblica, Kais Said, i “seri problemi” causati all’Italia dai “flussi incontrollati”, invitandolo ad agire per rafforzare la vigilanza ed impedire le partenze. Roma, da parte sua, è pronta a sostenere gli sforzi del Paese che versa in una grave crisi economica e politica, con un Governo dimissionario.

La cronaca racconta così un altro giorno intenso: con barchini o soccorsi dalle motovedette italiane, a centinaia sono arrivati a Lampedusa. E l’hotspot dell’isola, con una capienza di 95 posti, si trova ad ospitare 726 persone. Proseguono le fughe dai centri: dopo i 184 allontanatisi dal Cara di Pian del Lago (Caltanissetta), oggi un centinaio sono scappati dalla tensostruttura allestita a Porto Empedocle (Agrigento).

Ma quasi tutti i fuggitivi sono stati rintracciati, ha rassicurato Lamorgese, che ha avuto un colloquio telefonico con il governatore siciliano Nello Musumeci, allarmato per la pressione migratoria sull’isola. Militari, ha riferito la titolare del Viminale, saranno inviati a presidiare i centri (in Sicilia ed a Gorizia) e 520 migranti saranno trasferiti da Porto Empedocle e Lampedusa.

In attesa di una grande nave-quarantena (da 500 posti) che sarà operativa “nei prossimi giorni” in Sicilia ad agosto, settembre ed ottobre, all’esito di un nuovo bando, dopo che le precedenti tre gare erano andate deserte. L’obiettivo è chiudere la procedura entro la settimana.

Il cuore del problema è naturalmente in Nord Africa, porto di partenza verso le coste italiane. Lamorgese, dopo essere stata nei giorni scorsi in Libia, oggi è andata a Tunisi, dove ha incontrato il presidente della Repubblica, Kais Said. Proprio dalla Tunisia proviene oltre un terzo dei 12mila migranti giunti in Italia quest’anno e la ministra ha invitato i propri interlocutori ad agire per intensificare i controlli.

Il Covid però ha ulteriormente aggravato le condizioni del Paese, privando la popolazione della principale fonte di reddito: il turismo. Succede così che in tanti, quasi tutti giovani, scelgono la via della fuga. Una donna arrivata a Lampedusa con occhiali da sole e barboncino al guinzaglio lo ha detto chiaro: “spero di trovare un lavoro e la libertà perché in Tunisia è piena di carceri”.

Non mancano le tragedie: un uomo è annegato dopo che la barca sulla quale viaggiava si è rovesciata a poche miglia da Zarzis.

I tunisini chiedono all’Italia radar, manutenzione delle motovedette donate, addestramento delle forze di sicurezza. Roma è pronta a sostenere il Paese e vorrebbe un aumento della quota settimanale di rimpatri, ma prima servirà un Governo regolarmente in carica.

Intanto, l’estate è sempre più calda per la ministra Lamorgese, che continua a dedicare le sue lunghe giornate al dossier migranti. Mentre l’opposizione attacca. “Sbarchi triplicati rispetto all’anno scorso, questo Governo mette l’Italia in pericolo”, dice Matteo Salvini (Lega). “Fermare subito gli sbarchi”, incalza Giorgia Meloni (Fdi). “Non possiamo permetterci lassismo e imprudenza”, osserva Mariastella Gelmini (Fi).

(di Massimo Nesticò/ANSA)