Coronavirus in Italia: impennata contagi. Governo decide su stato d’emergenza

Persone con i volti coperti da mascherine sanitarie alla stazione Termini, Roma 1 giugno 2020.
Persone con i volti coperti da mascherine sanitarie alla stazione Termini, Roma 1 giugno 2020. ANSA/MASSIMOPERCOSSI

ROMA. – I focolai di coronavirus si moltiplicano in Italia, i contagi registrano un’impennata nelle ultime 24 ore – da 129 nuovi positivi a 282 -, mentre il Consiglio dei ministri decide stasera sulla proroga dello stato di emergenza sanitaria, con tutte le ipotesi ancora sul tavolo, dal 31 ottobre al 31 dicembre.

Intanto i presidenti di regione pensano già alla riapertura delle scuole a metà settembre e quello della Campania Vincenzo De Luca annuncia 180 mila tamponi per tutto il personale degli istituti. Il Lazio farà invece 120 mila test sierologici agli operatori scolastici fino al secondo grado, comprese le paritarie e i servizi per l’infanzia.

Aumentano i nuovi focolai, come quelli che totalizzano in 20 i nuovi casi nella Provincia autonoma di Trento: 4 sono riferibili a una famiglia del Kosovo residente a Pergine, mentre 16 riguardano il focolaio alla Bartolini (Brt) di Rovereto, azienda che svolge servizio di corriere espresso già colpita dalla pandemia a Bologna.

Altra regione, altri problemi: dopo i sei casi registrati a Conca della Campania, nel Casertano crescono i positivi. E ancora una volta sono concentrati in uno stesso ambito territoriale, il comune di Castel Volturno, sul litorale, dove vengono accertati 5 infetti. Sono 11, quindi, i nuovi contagi accertati negli ultimi tre giorni nella provincia.

L’Emilia Romagna fa registrare nelle ultime 24 ore più nuovi casi della Lombardia – 57 contro 51 – e di questi 11 si sono verificati a Rimini tra la comunità senegalese residente nell’ex pensione ‘la Fonte’ di Viserba.

In generale l’impennata di positivi in Italia rispetto al giorno precedente coinvolge oltre a queste due regioni con 36 casi Veneto e Basilicata, con 20 la Provincia autonoma di Trento, poi 19 in Campania, 16 nel Lazio, 13 in Piemonte. Le altre regioni hanno aumenti a una sola cifra e ce ne sono solo 3 – Puglia, Abruzzo e Valle d’Aosta -, più la Provincia autonoma di Bolzano a non registrare nuovi casi.

Nelle ultime settimane erano state ben oltre le 10 le regioni a contagi zero nelle 24 ore. Le vittime odierne sono 9, sotto la media di luglio, i tamponi in aumento a oltre 49 mila, quasi 6 mila più di ieri. E come aumentano i test aumentano i positivi trovati.

Sale anche il numero di malati e ricoverati, ma non aumentano i pazienti in terapia intensiva (-4 in Lombardia, da 21 a 17). In generale si assiste a una normalizzazione della Lombardia, la regione di gran lunga più colpita, che nelle ultime 24 ore registra il 18% dei nuovi contagiati, in linea con il 17% della popolazione rispetto al totale italiano. Sembrano lontani i tempi in cui la regione aveva ben oltre il 50% dei nuovi contagiati.

Con una curva altalenante dei contagi, pur su livelli nel complesso sempre bassi, i governatori pensano alla riapertura delle scuole, una possibile fonte di nuovi positivi in autunno. “Non so che combinerà il ministero della pubblica istruzione, che dio ce la mandi buona”, dice De Luca dalla Campania.”Noi dobbiamo essere pronti a mandare i nostri ragazzi a scuola in sicurezza”. E così lo ‘sceriffo’ dispone direttamente 180 mila tamponi per il personale scolastico.

Nel Lazio invece si punta sui test sierologici negli istituti, mentre all’ospedale Spallanzani di Roma si sperimentano i tamponi rapidi. A giorni arriveranno i risultati e l’assessore regionale Alessio D’Amato dice: “Se funzionano il governo li usi negli aeroporti”.

(di Luca Laviola/ANSA)

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