Coronavirus in Italia: stretta su assembramenti, contagi ancora in calo

Movida a Capri..
Movida a Capri.. ANSA/GIUSEPPE CATUOGNO

ROMA. – C’è aria di nuova stretta sui controlli per il coronavirus in Italia, tra ordinanze dei sindaci per l’obbligo di mascherine all’aperto e avvertimenti dei presidenti di Regione. Ma non c’è solo la movida estiva a preoccupare: in Basilicata si registrano 36 positivi tra migranti bengalesi trasferiti dalla Sicilia in un territorio praticamente ‘Covid free’. Un caso che minaccia di diventare anche politico. Al fronte immigrazione si affianca quello delle aziende, con altri mini-focolai in particolare in Veneto.

Il bilancio odierno dei nuovi casi nell’intero Paese è di 129, di nuovo in calo, mentre le vittime sono 15, nella media di luglio. L”Istituto superiore di sanità (Iss) certifica che la pandemia ha cambiato caratteristiche nell’ultimo mese. il 60% dei casi riguarda under 50 e la media di età dei contagiati è 43 anni. a fronte dei 61 anni dei primi tempi.. Calano gli anziani contagiati:negli ultimi 30 giorni solo il 16% di questi ha più di 70 anni.

Insomma si ammalano di più i giovani e tra questi i migranti sbarcati sulle coste italiane nelle ultime settimane grazie al bel tempo. In Basilicata – che aveva finora 7 positivi residui e 2 ricoverati in tutto, oltre al numero più basso di casi totali tra le regioni, 408, meno perfino del Molise – si è sviluppato un focolaio con 36 persone dal Bangladesh sbarcate a Lampedusa l’11 luglio, spostate il 15 e ora ospitati – in isolamento – a Potenza e Irsina (Matera).

“Il governo mette in pericolo l’Italia”, dice il leader della Lega, Matteo Salvini,. “la Basilicata non è più Covid free. Italiani in quarantena per mesi, clandestini infetti liberi di sbarcare”. “Il governo controlli i flussi di migranti al sud”, chiede il governatore lucano di centrodestra Vito Bardi.

Con l’Rt – l’indice di contagiosità – della Basilicata destinato a schizzare in alto, altri piccoli focolai si registrano nel Padovano, con 90 positivi tra il corriere Sda di Limena, una stamperia, case di riposo e un centro estivo per bambini, dopo la comunità camerunense e il mercato agroalimentare.

Ma l’attenzione di sindaci e governatori si concentra sugli assembramenti, dalle spiagge al ‘divertimentificio’ nel weekend. A Capri il sindaco Marino Lembo impone mascherine anche all’aperto nei fine settimana (venerdì, sabato e domenica), dalle 18 alle 4 del mattino nei luoghi più frequentati. Il presidente della Campania Vincenzo De Luca minaccia l’obbligo della mascherina all’aperto in tutta la regione “se c’è una moltiplicazione dei contagi”.

Anche nel Lazio la giunta di Nicola Zingaretti lavora a un’ordinanza per rendere obbligatoria la mascherina negli assembramenti, ma per ora si chiede ai sindaci, compreso quello della Capitale, di intervenire. Ma dal Campidoglio fanno sapere che sono già stati attivati tutti i controlli, interforze e da parte dei vigili urbani, nei quartieri della movida e soprattutto nel fine settimana. A Bracciano, località lacustre vicino alla capitale, check point della Protezione civile all’ingresso del centro per verificare l’uso della mascherina nel centro storico nei weekend, pure all’aperto.

Preoccupazioni per l’andamento del contagio che per ora non trovano riscontro nei dati. Pur con un numero di tamponi che resta basso – 43 mila nelle ultime 24 ore -, ce ne vogliono circa 200 per trovare un positivo, lo 0,5% di casi, ai minimi da inizio epidemia. Nel confronto con altri Paesi europei l’Italia ha una curva pandemica tra le migliori. Ma gli esperti mettono in guardia.

“La vera novità è la polarizzazione fra territori in cui l’epidemia continua a rallentare e territori in cui tende a rialzare la testa – scrive Luca Ricolfi della Fondazione Hume -. Fra questi ultimi si segnalano alcune regioni, come il Veneto, l’Emilia Romagna, il Lazio, la Campania, ma soprattutto circa 35 province critiche, in cui la curva dei contagi ha ripreso a salire. Per non parlare dei problemi che, di qui a breve, potrebbero sorgere con l’ingresso incontrollato di migranti dall’Africa – aggiunge il sociologo -, con percentuali di positivi che attualmente sono già dell’ordine del 20% (1 su 5)”.

(di Luca Laviola/ANSA)

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