Zingaretti spinge la Legge elettorale. Plaude M5s, dubbi Pd

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, a Porta a porta . Sullo sfondo Nicola Zingaretti.
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, a Porta a porta . Sullo sfondo Nicola Zingaretti. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – “Pacta sunt servanda”, i patti vanno mantenuti: è il richiamo agli alleati sulla legge elettorale del segretario del Pd Nicola Zingaretti, dopo che un invito a tirare il freno a mano è giunto anche dall’interno dei Dem, sia per il rischio che manchino i voti già in Commissione, sia per ragioni politiche, dopo l’odierna esternazione del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, che ha preso le distanze da Lega e Fdi.

Il primo scoglio da affrontare riguarda proprio i numeri della Commissione Affari costituzionali, che lunedì non ha votato il Germanicum (proporzionale puro con soglia del 5%) come testo base per i dubbi sulla composizione della stessa Commissione, sciolti oggi dal presidente Giuseppe Brescia. Italia Viva avrà un commissario in più (Ettore Rosato), M5s uno in meno (Anna Bilotti), mentre sale da due a tre il Gruppo Misto.

Questo però, come ha osservato Albrecht Plangger (Svp) “non è un partito” e il voto in favore o contro la riforma dipende da quale partito proverrà il nuovo commissario. Ad oggi, vista la contrarietà di Iv, l’approvazione del Germanicum come testo base dipende da questo Mister X che si conoscerà mercoledì.

Il Pd sta trattando con Iv perché dia un “sì tecnico” al testo base, per permettere di passare poi alla fase degli emendamenti; in cambio i Dem sono disposti a cedere la Presidenza di una Commissione parlamentare, le cui presidenze saranno rinnovate il 29 agosto. Ma anche qui, visto il ‘botta e risposta’ tra Marco Di Maio e l’ufficio stampa Pd (“basta ambiguità sul maggioritario” – “basta giochetti”), la strada appare più che in salita.

In serata i 5 Stelle arrivano a dare manforte al segretario dem: “La modifica della legge elettorale è stato un impegno assunto al momento della formazione di questo governo e, come Movimento 5 Stelle, lo abbiamo rispettato fin dal primo impegno e continueremo a farlo”, precisa il capo politico Vito Crimi, concordando con Zingaretti con il fatto che si “deve proseguire senza esitazioni e ambiguità nell’approvazione del testo base, frutto della condivisione tra le forze di maggioranza e del confronto con le opposizioni”.

Ma nella partita ci sono poi da mettere in conto i dubbi di diversi parlamentari Dem riguardano il piano politico. Dopo l’esternazione di Berlusconi contro i “partiti sovranisti”, insistere sulla legge elettorale significa spingere gli azzurri tra le braccia proprio di Lega e Fdi che insistono su una legge maggioritaria, mentre uno degli obiettivi politici dovrebbe essere separare “l’opposizione Repubblicana filo-europeista”, come la definisce Stefano Ceccanti, capogruppo Pd in Commissione, da quella sovranista.

Ma Zingaretti, in una nota, ha chiesto agli alleati e agli stessi deputati del Pd, di rispettare i patti dello scorso ottobre: il Pd, ha ricordato, ha rispettato l’impegno ed ha votato il taglio dei parlamentari, ed ora chiede che si proceda almeno “in un ramo del Parlamento prima del referendum” all’approvazione del proporzionale puro. Su cui “fino a qualche settimana fa tutti eravamo d’accordo” con “la sola riserva di Leu”.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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