Maxi operazione contro ‘ndrine in Italia e Svizzera

Agenti della Guardia di Finanza realizzano una perquisizione. (ANSA)
Agenti della Guardia di Finanza realizzano una perquisizione. (ANSA)

CATANZARO. – Dal settore turistico allo sfruttamento del settore boschivo, dal movimento terra e la fornitura di calcestruzzo alle acquisizioni immobiliari e persino il riciclaggio di automezzi e le truffe all’Inail per ottenere rimborsi per falsi incidenti sul lavoro: non c’era settore commerciale o attività che sfuggisse al controllo della cosca Anello-Fruci di Filadelfia, nel vibonese.

Un controllo ferreo spezzato dalla Dda di Catanzaro e dalla Guardia di finanza che con l’operazione chiamata, non a caso, “Imponimento” hanno sottoposto a fermo 75 tra capi, gregari e sostenitori della cosca indagando complessivamente 158 persone e svelando anche le propaggini che la consorteria aveva installato in Svizzera.

E tra gli indagati non mancano i politici, alcuni dei quali anche sottoposti a fermo, come nel caso di Francescantonio Stillitani, di 66 anni, già assessore regionale e già sindaco di Pizzo – che ha lasciato la politica nel 2013 – accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione, violenza privata e danneggiamento.

Per gli inquirenti, Stllitani non era solo l’ “uomo politico di riferimento” della cosca, ma insieme al fratello Emanuele – anche lui fermato – dopo essere state vittime della ‘ndrina, si era posto, come concorrente esterno, come parte attiva in condotte estorsive e favorendo la gestione dei servizi e delle forniture dei villaggi alla cosca stessa, traendone benefici sia in termini di protezione mafiosa che di tipo economico.

Anche la struttura alberghiera degli Stillitani, è finita sotto sequestro insieme ad altri due resort tra i più grandi della Calabria, 124 terreni, 116 fabbricati, 26 società, 19 ditte individuali, 84 automezzi, 2 moto e diversi rapporti bancari e finanziari per un totale di 169 milioni di euro. E nel provvedimento di fermo c’è anche un capitolo dedicato alle elezioni politiche del 2018 ed al presunto sostegno da parte della cosca Anello a Giuseppe Mangialavori, poi eletto al Senato per Forza Italia. Il parlamentare, comunque, non è indagato.

Ma gli interessi della cosca Anello-Fruci – in stretti rapporti con tutte le più potenti cosche del vibonese – spaziavano anche in Svizzera dove, oltre a fare affari, gestiva un fiorente traffico di armi – grazie alla normativa elvetica più permissiva – destinato sia alla vendita che ad armare le cosche per rendersi militarmente più forti nei confronti delle altre.

Le indagini condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria-Gico del Comando provinciale di Catanzaro e dello Scico di Roma – che hanno operato in collaborazione con la polizia e la magistratura elvetica nell’ambito di una Squadra investigativa comune (Joint Investigation Team) costituita presso Eurojust – hanno anche documentato lo svolgimento di summit mafiosi finalizzati a chiarire disguidi e incomprensioni nella gestione degli affari illeciti.

Così come è venuto fuori che due imprese – una delle quali sequestrate – riconducibili a due dei fermati, erano riuscite a mettere le mani sui fondi statali stanziati per quelle attività rimaste danneggiate dall’emergenza Covid-19. Le indagini, che hanno beneficiato, oltre che dei riscontri di numerose attività di intercettazione anche delle dichiarazioni di ben 29 collaboratori di giustizia, hanno anche evidenziato che gli Anello-Fruci potevano contare su una estesa rete di informazione e “tutela” curata da un notevole numero di personaggi utilizzati come informatori tra i quali un finanziere, che è stato fermato.

E mentre il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri annuncia che l’operazione è solo “uno step”, facendo presagire altri sviluppi, altri colpi alla criminalità organizzata sono stati inferti a Teramo, dove la polizia ha sgominato un’organizzazione della mafia nigeriana con l’esecuzione di 47 fermi, e a Rimini, dove la Guardia di finanza ha portato a termine un’operazione anti-camorra con 8 arresti e sequestri di beni per oltre 30 milioni di euro.

(di Alessandro Sgherri/ANSA)

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