Gesuiti: “Family Act primo passo, ma tempi lunghi”

Alcuni bambini partecipano al centro estivo organizzato in un parco dalla scuola per l'infanzia ''In Crescendo'', Roma
Alcuni bambini partecipano al centro estivo organizzato in un parco dalla scuola per l'infanzia ''In Crescendo''. ANSA/FABIO FRUSTACI

ROMA. – Il Family Act è “un primo passo” che va nella giusta direzione per aiutare le famiglie ma i tempi di attuazione e le risorse destano ancora “perplessità”. Sono i Gesuiti de La Civiltà Cattolica ad intervenire nel dibattito in corso e avvertono che la lotta alla denatalità non basta in quanto oggi è in crisi il concetto più ampio di famiglia ed è da una riconsiderazione di questo che bisogna partire.

Sul Family Act è intervenuto il premier Giuseppe Conte che lo ha definito “un investimento sul futuro, idoneo a creare un clima favorevole per incentivare il ruolo delle donne. Troppe, soprattutto nel Mezzogiorno, sono inattive”.

Per la ministra della Famiglia Elena Bonetti “è una risposta puntuale e completa alle esigenze delle famiglie, strutturale e stabile e che si inserisce in un provvedimento più ampio che, accanto all’assegno unico universale, favorisce il tema dell’educazione, il protagonismo femminile, la parità di genere nelle famiglie, il protagonismo dei giovani”.

Tornando all’analisi di Civiltà Cattolica, “sostenere le famiglie con figli, aiutare le mamme a conservare il lavoro e a raggiungere i loro obiettivi professionali, agevolare i giovani a realizzare i loro progetti sono tasselli importanti per promuovere le famiglie e prepararne di nuove. Se il progetto andrà in porto – sottolinea l’editoriale della rivista dei Gesuiti – un passo in avanti sarà compiuto”.

Se dunque l’obiettivo di sostenere le famiglie è positivo, per il Family Act restano però “incognite e perplessità” legate sia ai tempi di “effettiva realizzazione dei provvedimenti necessari” che delle risorse. Di fatto il governo avrà tempo almeno fino a luglio 2021 per mettere mano al testo attuativo.

Quanto invece alle risorse, considerato che il progetto dell’assegno universale dovrebbe essere finanziato dai 16 miliardi tolti all’attuale sistema di detrazioni (assegni e bonus), “molte famiglie di reddito medio-basso potrebbero incassare dall’assegno universale meno di quanto ora prendono tra detrazioni, assegni familiari e altre dotazioni”.

Infine sulla crisi della famiglia: “Ci sono processi socio-culturali che in profondità alimentano la crisi della famiglia. Invertire la rotta che ci immerge nell’inverno demografico non è così scontato. La bussola non può essere solo quella della lotta alla denatalità, che è essenzialmente un effetto di una condizione di trasformazione delle famiglie”, conclude la rivista dei Gesuiti.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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