La Cina furiosa con Londra per il bando di Huawei

La bandiera cinese su uno schermo gigante a Pechino.
La bandiera cinese su uno schermo gigante a Pechino. EPA/ROMAN PILIPEY

PECHINO. – Il ricco mercato britannico delle nuovissime infrastrutture 5G, dato per certo fino a inizio anno, sfugge alla presa di Huawei e manda la Cina su tutte le furie. Pechino “si oppone con forza” al divieto opposto dal Regno Unito, ribaltando una precedente decisione, alla partecipazione del colosso delle tlc di Shenzhen alla costruzione delle reti dell’Internet ultraveloce, promettendo l’adozione “di tutte le misure necessarie per la salvaguardia dei suoi interessi”.

La portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, all’indomani della decisione del governo di Boris Johnson, ha denunciato che l’azione di Londra “ha minato la fiducia e le basi della cooperazione commerciale” bilaterale, perché è stata una mossa “altamente politicizzata” che nulla a che fare con il mercato e “senza pensare ai costi”.

Nella sfida per la supremazia tecnologica, una delle numerose dello scontro a tutto campo tra Cina e Usa, Huawei è il campione hi-tech di Pechino e la Gran Bretagna era l’esempio dei “legami win-win” ostentati con l’Occidente. La vicenda in Gran Bretagna, ha notato ancora Hua, “dimostra come il divieto di alcuni Paesi su Huawei sia solo una manovra politica che non ha nulla a che fare con la sicurezza nazionale”, a maggior ragione dopo i commenti del presidente americano Donald Trump che martedì ha rivendicato di aver dissuaso molte nazioni dall’uso dei prodotti del gruppo delle tlc cinese al bando negli Usa.

Il pressing americano, basato sulla sicurezza nazionale, è stato asfissiante su Londra, già alle prese con l’incerto post Brexit: il caso “mostra al mondo che sono gli Stati Uniti, e non la Cina, a intimidire, minacciare, provocare e a bluffare da sempre. Questo è un mondo grande e il Regno Unito è solo una sua piccola parte, quindi non credo che questo divieto impedirà a Huawei di crescere e prosperare”, ha continuato la portavoce, lanciando un messaggio chiaro e inequivocabile: “La Cina è seriamente preoccupata e ricorda a tutte le aziende cinesi di attribuire grande importanza ai crescenti rischi politici e di sicurezza che affrontano quando fanno affari nel Regno Unito”.

Contro Londra i media ufficiali cinesi ora invocano misure di ritorsione perché altrimenti “sarebbe troppo facile prevaricarci. Queste ritorsioni – ha scritto il Global Times, tabloid del Quotidiano del Popolo, voce del Partito comunista – dovrebbero essere pubbliche e dolorose per il Regno Unito. Ma non è necessario trasformarle in un confronto Cina-Gb, il Regno Unito non è come gli Usa, l’Australia o il Canada. E’ una relativamente debole connessione nei Five Eyes. Nel lungo periodo, il Paese non ha ragioni di ostilità verso la Cina”, malgrado le critiche su Hong Kong, con Londra che ha aspramente criticato la legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino all’ex colonia.

Sempre il Global Times ha stimato un “pesante impatto” per gli esportatori britannici e la prossima fiera Ciie di Shanghai dedicata all’import lo dovrebbe dimostrare in modo chiaro. Lo scontro però potrebbe salire di tono: il Times di Londra ha riferito che i capi militari britannici stanno progettando di distaccare una delle portaerei, la HMS Queen Elizabeth, nella regione dell’Indo-Pacifico al fine di aiutare il “contenimento della crescente postura assertiva della Cina”.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)