Tas annulla squalifica, City sorride: Champions salva

Pep Guardiola posa con il trofeo della English FA Cup vinto battendo il Watford al Wembley Stadium.Immagine d'archivio
Pep Guardiola posa con il trofeo della English FA Cup vinto dal Machester City battendo il Watford al Wembley Stadium. Immagine d'archivio EPA/NEIL HALL

LONDRA.  – Da anni ormai si è consolidato tra i club più forti d’Europa, ma difficilmente un risultato è stato mai più dolce per il Manchester City della revoca della squalifica di due anni dalle competizioni europee, originariamente sancita dalla Uefa.

Ci ha pensato il TAS, il Tribunale Arbitrale per lo Sport di Losanna, a ribaltare la sentenza di febbraio, regalando ai Citizens il via libera alla Champions per la prossima stagione, la vittoria più attesa e sospirata. Che scongiura una pericolosa reazione a catena dalle conseguenze destabilizzante per il club degli Emiri.

A cominciare dal futuro di Pep Guardiola e delle molte stelle dei Citizens, come Kevin De Bruyne e Raheem Sterling. Nel caso in cui il verdetto fosse stato confermato, ovvero l’esclusione dall’Europa fino al 2022, il City rischiava non solo un drástico contraccolpo economico, ma soprattutto un’inarrestabile esodo dei suoi talenti più ambiti.

Non è un caso che negli ultimi mesi proprio la permanenza di Guardiola in Inghilterra, nonostante le ripetute rassicurazioni dell’interessato, era stata al centro di intense speculazioni.

Alimentate dalle indiscrezioni provenienti anche dall’Italia, con la Juventus che – secondo radio-mercato – aveva voluto conoscere le intenzioni del tecnico catalano. A Manchester dal 2016, sotto contratto fino al giugno 2021, ora non sembrano più esserci ostacoli per la firma di Guardiola sul prolungamento pluriennale.

Il via-libera è arrivato dalla Svizzera, dove è stato accolto il ricorso del club inglese contro la squalifica della Uefa per le presunte violazioni delle regole del Fair Play Finanziario tra il 2012 e il 2016. Nessuna sospensione, anche il prossimo anno il City potrà giocare regolarmente in Champions League.

Una sentenza benevola anche da un punto di vista economico: ridotta la multa alla società, scesa da 30 a dieci milioni di euro (da pagare nel giro di un mese).

Non è stata però un’assoluzione completa: il Tas ha riconosciuto che il Manchester City non ha collaborato con l’Uefa nel corso delle indagini, pur precisando che la maggior parte delle accuse rivolte al club non sono state comprovate. Infliggendo, nel contempo, una netta quanto implicita sconfitta alla Uefa, e con essa al regolamento del Fair Play Finanziario.

La Uefa ha incassato il colpo “prendendo atto della decisione presa” dai giudici svizzeri. Dura invece la reazione della Liga spagnola che ha espresso il suo disappunto per la sentenza: “Dobbiamo riconsiderare se il Tas è l’organo appropriato a cui fare appello per le decisioni istituzionali nel calcio” sottolineano dalla Spagna.

Il club inglese ha evitato invece i toni trionfalistici, tenendo un profilo basso. Un silenzio di sollievo per il pericolo scampato.

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