Pensioni, ex combattenti vincono causa contro Stato

Alcuni ex combattenti in un raduno.
Alcuni ex combattenti in un raduno. (Cisl Pensionati VIcenza)

STRASBURGO.  – Meglio tardi che mai. Un grupo di “ex combattenti” che per più di dieci anni si è visto rifiutare dallo Stato un piccolo aumento della pensione ha finalmente vinto la sua battaglia. La Corte europea dei diritti umani ha condannato oggi l’Italia per aver violato i loro diritti quando, con la finanziaria del 2008, bloccó parte della rivalutazione delle pensioni di cui beneficiavano.

Nel 1985 venne varata una legge in base alla quale chi ricadeva nella categoria degli “ex combattenti” e aveva lavorato per il settore privato (o come autonomo) doveva ricevere circa 15 euro in più al mese. Una cifra che doveva essere rivalutata automaticamente ogni anno in base al tasso d’inflazione. In questo modo, ad esempio, chi fosse andato in pensione nel 2005, avrebbe ricevuto 15 euro a cui si doveva aggiungere l’importo derivante dall’indicizzazione applicata negli ultimi 20 anni.

L’Inps decise invece che l’adeguamento all’inflazione dei 15 euro doveva iniziare dal momento in cui la persona interessata andava in pensione e non dal 1985.

Tutti coloro che a suo tempo avevano presentato ricorso a Strasburgo erano in causa con l’Inps da anni e molti, dopo aver vinto in primo e secondo grado, erano in attesa della sentenza definitiva. Ma a quel punto, nel 2008, intervenne il governo che, nella finanziaria di quell’anno introdusse una disposizione in base alla quale si stabiliva che era l’Inps ad avere ragione. Inficiando di fatto tutta la vicenda giudiziaria.

Nella sentenza di oggi la Corte di Strasburgo afferma nero su bianco che “questo intervento legislativo ha avuto l’effetto di modificare in modo definitivo il risultato delle cause in corso, prendendo le parti dello Stato a detrimento dei ricorrenti”.

I togati della Corte hanno inoltre evidenziato che per gli ex combattenti che hanno vinto a Strasburgo lo svantaggio c’è stato. In base ai calcoli fatti dall’Inps, infatti, se non fosse intervenuta la finanziaria del 2008 questi pensionati, e quelli che si trovavano nelle stesse condizioni, avrebbero ricevuto tra i 434 e i 2.189 euro in più. “Questa differenza, data la situazione particolare dei ricorrenti, tutti di una certa età, ha prodotto uno svantaggio significativo”, ha precisato la Corte nella sentenza.

“Soddisfatto” dal giudizio giunto da Strasburgo si è detto Giuseppe Stramandinoli, l’avvocato torinese che ha assistito i pensionati-ricorrenti. “Se l’aspetto economico di questa causa non va sottovalutato, questo caso ha un aspetto politico e sociale rilevante, perché riguarda delle persone che hanno partecipato ai grandi conflitti mondiali”, ha evidenziato l’avvocato. “Non ci si può dimenticare di loro, il ricordo è un valore che va salvaguardato”.

(di Samantha Agrò/ANSA)

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