Mary Trump accusa: “Mio zio Donald un mostro”

Donald Trump. (ANSA/ EPA/MICHAEL REYNOLDS)

WASHINGTON.  – Un bambino nel corpo di un adulto, un imbroglione seriale, un insicuro sempre in cerca di attenzioni e che maschera i suoi complessi sviluppando rabbia e aggressività. E ancora, un narcisista divenuto presidente per caso.

É impietoso l’identikit di Donald Trump tratteggiato dalla nipote Mary Trump, che da sempre accusa lo zio di essere uno dei responsabili della morte del padre Fred, alcolizzato e di fatto abbandonato al suo destino dalla famiglia.

Psicologa, 55 anni, Mary da sempre è tenuta ai margini del clan dei Trump, emarginata anche dopo la grave perdita del papà nel 1981, nonostante fosse appena una teenager. E a differenza degli altri nipoti tagliata fuori dalla sua parte di eredità quando morì il nonno Fred Trump Sr.

Ora però è giunta l’ora di togliersi un mare di sassolini dalle scarpe, in alcuni casi veri e propri macigni che hanno segnato la vita della donna. Arriva così la pubblicazione del libro di memorie “Too Much, Never Enough”, troppo e mai abbastanza, in cui spiega come la sua famiglia abbia creato “un mostro”, “l’uomo piu’ pericoloso al mondo”.

L’uscita è prevista per il 14 luglio, a dispetto dei ripetuti tentativi di bloccare la casa editrice Simon & Schuster: l’ultimo quello del fratello del tycoon, Robert Trump, respinto da un giudice di New York.

É proprio quella del nonno imprenditore Fred la figura fondamentale per capire chi è Donald. Mary descrive lo spietato patriarca come un “sociopatico” a cui interessava solo il suo interesse, non quello dei figli. Per loro, spiega, “l’amore non significava nulla. Il padre si aspettava da Donald e Fred Jr. solo obbedienza” e finì per metterli in feroce competizione, l’uno contro l’altro.

Alla fine Donald ha prevalso, mentre Fred Jr. ha ceduto di schianto: la notte in cui fu ricoverato in gravi condizioni – ricorda la figlia Mary – zio Donald andò al cinema, impossibile dimenticarlo.

“L’atmosfera di divisione creata da mio nonno in famiglia è l’acqua in cui ha sempre nuotato Donald, e quello che lui continua a perseguire oggi è proprio quel tipo di divisione, a scapito di qualunque altro”, scrive ancora Mary, spiegando come Donald abbia sviluppato “potenti barriere di autodifesa ma primitive, contrassegnate da una crescente ostilità e indifferenza verso gli altri”.

Per il tycoon “imbrogliare è uno stile di vita. Per lui le persone si valutano solo in termini monetari, quello che gli piace è l’istinto “killer”, mentre qualità come empatia, gentilezza e competenza sono da lui poco considerate se non punite. Come l’assumersi la responsabilità dei propri fallimenti”.

Mary conferma quindi alcune vecchie storie sempre smentire dal tycoon, come le tasse mai versate dalla famiglia e l’accesso all’università solo dietro pagamento. Anche queste per la casa Bianca “solo falsità”.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)