Regno riscopre sanità pubblica, festa e rimpianti per 72 anni Nhs

L'ospedale St Thomas in Londra, con l'emblema del servizio di sanitá pubblica Nhs sulla facciata.
L'ospedale St Thomas a Londra, amministrato dalla Fondazione Guy's e la sanitá pubblica (Nhs), EPA/ANDY RAIN

LONDRA.  – Ha rappresentato una svolta storica nel concetto di salute pubblica, intesa come diritto universale, fiore all’occhiello dello stato assistenziale britannico del dopoguerra fin dalla sua costituzione nel 1948.

Diverso da tutti i modelli precedenti, l’Nhs – primo servicio sanitario nazionale al mondo onnicomprensivo e completamente gratuito – compie ora 72 anni sullo sfondo della bufera coronavirus: fra tanti tributi di gratitudine, ma anche polemiche e recriminazioni per le conseguenze di due decenni di tagli e politiche “lib-lab”.

Una ricorrenza che nel Regno Unito si vuole trasformare a questo punto in festa annuale della sanità di Stato, come a volerne recuperare lo spirito intaccato.

“L’Nhs è il cuore della nostra essenza, qualcosa di cui siamo giustamente orgogliosi – ha spiegato all’ANSA Martin Marshall, presidente dei medici di base  britannici -. Un politico una volta ha detto che è la forma più simile ad una religione a cui oggi crediamo”.

La pandemia da Covid-19 ha richiamato in effetti la missione sociale dell’assistenza pubblica. Dagli applausi settimanali del giovedì sera, che per settimane il Regno ha messo in scena seguendo l’esempio italiano, ai graffiti di Belfast, gli ultimi tre mesi sono stati un inno di grazie al servizio sanitario, ai suoi medici, infermieri, dipendenti vari.

Oltre che un omaggio commosso ai circa 600 camici Bianchi immolatisi in corsia. “Dopo esser stato al centro delle emozioni collettive, dobbiamo riconoscere concretamente all’Nhs il suo ruolo imprescindibile, in una società sempre più vecchia, diversificata, in piena crisi economica”, le parole di Sunder Katwala, direttore del think tank British Future.

Il premier Boris Johnson, conservatore sempre meno thatcheriano, almeno nella retorica, ha promesso la costruzione di 50 nuovi ospedali, e un mega piano pluriennale da 30 miliardi di sterline.

Investimenti sui quali però incombe lo spettro della recessione. “C’è un proverbio che recita: quando l’economia starnutisce, l’Nhs prende il raffreddore”, ha notato Jennifer Dixon, dell’ong The Health Foundation.

Già prima del virus il National Health Service era del resto l’istituzione nazionale di cui i cittadini isolani si dicevano più fieri: più della Royal Family o della Bbc.

Ma fra effetti della Brexit (in un Paese ove gli ospedali pullulano di specialisti stranieri), contraccolpi della pandemia e ferite ereditate dagli anni del ritorno al privato, il futuro rimane tutti da scrivere.

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