Transfughi M5s, è guerra dei numeri al Senato

Coronavirus: voto sullo scostamento di Bilancio al Senato
Coronavirus: voto sullo scostamento di Bilancio al Senato. (ANSA)

ROMA. – “Scouting” è l’anglicismo adottato dai partiti per nobilitare la pratica della campagna acquisti di parlamentari dell’altrui schieramento. Ed è una guerra di scouting quella che si sta giocando in questi giorni in Senato tra la maggioranza e l’opposizione, in vista di due voti determinanti per il governo: la risoluzione sul Consiglio europeo, il 15 luglio, e il nuovo scostamento di Bilancio per il quale occorre la maggioranza assoluta.

Qui il quorum si è abbassato per la scomparsa di due senatori la cui sostituzione avverrà in due suppletive, il 20 settembre, che diventano strategiche. A far balzare sulla sedia i vertici della maggioranza sono tate le voci gionalistiche che davano in uscita tre senatori di M5s, Mattia Crucioli, Tiziana Drago e Marinella Pacifico.

Il primo ha smentito sottolineando la propria “distanza incolmabile” dal partito di Salvini, mentre le altre due hanno rassicurato il capogruppo. Insomma al momento non si teme, ed anzi in Iv si afferma che dopo Vincenzo Carbone altri due senatori di Fi transiteranno nel partito di Renzi.

Inoltre due eventi luttuosi hanno tolto un senatore tanto alla maggioranza quanto all’opposizione: Vittoria Bogo Deledda del M5s e Stefano Bertacco di Fdi: eletti l’una in Sardegna l’altro in Veneto. Bertacco in particolare era un assiduo di Palazzo Madama.

Dunque il quorum della maggioranza assoluta necessaria per lo scostamento di bilancio è sceso da 161 a 160 voti, alla portata della coalizione di governo. Questa può contare sui i 95 senatori M5S, i 35 Pd, i 18 Italia Viva, i 5 Leu del Misto e 6 delle Autonomie, nonché 7 del Misto (Buccarella, Di Marzio , De Falco, Fattori, Merlo, Cario e Ruotolo).

Nei momenti più delicati partecipano al voto anche i senatori a vita Mario Monti ed Elena Cattaneo, con i quali si giunge a 167 voti. Il dubbio è se votare lo scostamento già a fine luglio, per ricompattare la maggioranza o a settembre avendo le idee chiare sui fondi che arriveranno dall’Ue.

Quanto al voto del 15, dopo l’incontro di ieri tra Conte e Zingaretti, l’idea che sta maturando è una risoluzione che eviti di menzionare il Mes, sul quale a Bruxelles oggi Pd e M5s si sono spaccati. Per la risoluzione in Senato si ricorrerebbe alla classica formula “sentite le Comunicazioni del Presidente del Consiglio, il Senato le approva”. Dove saranno determinanti dunque le parole del Premier, da cesellare con cura.

Il 20 settembre, oltre al voto delle Regionali, saranno decisivi per il prosieguo della legislatura i due collegi lasciati vacanti da Bogo Deletta e Bertacco.

(Giovanni Innamorati/ANSA)

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