I musei riaprono le porte, fra restrizioni e incognite

Passeggeri con mascherine nel metro di Londra.
Passeggeri con mascherine nel metro di Londra. (ANSA/EPA/ANDY RAIN)

LONDRA. – Ingressi contingentati e solo su prenotazione, percorsi obbligati a tempo, accesso a collezioni ridotte. Sono le limitazioni destinate a frenare la riapertura dei musei nel Regno Unito, al via tra mille incognite da sabato 4 dopo oltre 100 giorni di lockdown e congelamento di fatto della cultura imposto dall’emergenza coronavirus.

Una riapertura inevitabilmente rinviata ancora di diverse settimane per chi non è in grado di soddisfare le norme di precauzione igienico-sanitaria previste dal governo: a cominciare dal distanziamento interpersonale dei visitatori, una delle condizioni più complesse da attuare in spazi che già richiedono le dovute distanze dagli oggetti in esposizione.

Alcuni musei minori e gallerie d’arte, dopo essere riusciti a farsi riclassificare come “negozi non essenziali”, hanno in effetti ripreso le attività ad inizio giugno. Ma la stragrande maggioranza non vede la luce da 14 settimane.

E la ripresa è avviata a scontrarsi anche con nuovi problemi economici, a causa dei costi aggiuntivi dovuti all’adeguamento delle sale: per ora senza i sostegni pubblici extra ad hoc chiesti a gran voce dall’intera industria culturale al governo di Boris Johnson sullo sfondo di timori di chiusure e fallimenti a raffica.

I meno svantaggiati, in questo contesto, restano ovviamente i musei più grandi con le loro sale ampie e le loro donazioni private. Come la National Gallery, battistrada della ripresa, attesa dall’8 luglio da un nuovo scenario segnato da tre “percorsi d’arte”, separati e a senso unico, prenotabili solo online per visite parziali.

“Abbiamo sentito la responsabilità di riaprire appena abbiamo potuto”, ha sottolineato al Times il direttore italiano della storica istituzione britannica, Gabriele Finaldi, ricordando come la National Gallery non avesse mai chiuso le sue porte neppure durante le due guerre mondiali.

La Tate riaprirà invece solo a fine luglio (il 27) le sue gallerie di Londra, Liverpool e St Ives; mentre la Royal Academy la anticiperà (dal 9), ma restringendo inizialmente gli ingressi ai soli membri e rinviando il via libera al pubblico più vasto al giorno 16.

Grandi assenti – almeno per il momento – restano infine il British Museum, il Victoria and Albert e lo Science Museum, che non hanno ancora comunicato una data

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