Emergenza coronavirus, Caritas: “450mila richieste, uno su tre non era povero”

Roma, la mensa Caritas di Colle Oppio serve il pranzo di Ferragosto
Roma, la mensa Caritas di Colle Oppio serve il pranzo di Ferragosto. (Foto Archivio)

ROMA. – Si allunga la lista dei nuovi poveri Italia e delle oltre 450mila persone che hanno chiesto aiuto alla Caritas nei tre mesi più difficili della pandemia, da marzo a maggio, il 34% sono “nuovi poveri”, persone che mai nella loro vita avevano dovuto chiedere un pacco alimentare o un aiuto per pagare le bollette.

E se nei giorni del lockdown era la richiesta di cibo ad aver subito una impennata senza precedenti, ora le domande di aiuto riguardano la perdita del lavoro, la difficoltà a pagare l’affitto, ma anche disturbi di salute e psicologici per il fatto di trovarsi in una situazione così drammatica e inattesa.

A fare un nuovo bilancio dei nuovi bisogni causati dall’emergenza coronavirus è Caritas Italiana. L’ente creato esattamente 49 anni fa da Paolo VI (il 2 luglio del 1971), conta anche il prezzo pagato dai suoi generosi volontari che sono rimasti in prima linea durante la pandemia: “Tra operatori e volontari sono stati 179 quelli positivi al Covid-19, di cui 95 ricoverati e 20 purtroppo deceduti”.

Caritas ha dunque assistito, da marzo a maggio, quasi 450.000 persone, di cui il 61,6% italiane. Tra le risposte alle richieste: 92.000 famiglie in difficoltà hanno avuto accesso a fondi diocesani, oltre 3.000 famiglie hanno usufruito di attività di supporto per la didattica a distanza e lo smart working, 537 piccole imprese hanno ricevuto un sostegno.

“Rispetto alla situazione ordinaria nell’attuale fase il 95,9% delle Caritas partecipanti al monitoraggio – informa Caritas Italiana – segnala un aumento dei problemi legati alla perdita del lavoro e delle fonti di reddito, mentre difficoltà nel pagamento di affitto o mutuo, disagio psicologico-relazionale, difficoltà scolastiche, solitudine, depressione, rinuncia/rinvio di cure e assistenza sanitaria sono problemi evidenziati da oltre la metà delle Caritas”.

Nel dettaglio, rispetto alle condizioni occupazionali, si sono rivolti ai centri Caritas per lo più disoccupati in cerca di nuova occupazione, persone con impiego irregolare fermo a causa della pandemia, lavoratori precari/saltuari che non godono di ammortizzatori sociali, lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione ordinaria/cassa integrazione in deroga, lavoratori autonomi/stagionali in attesa del bonus 600/800 euro, pensionati, inoccupati in cerca di prima occupazione, persone con impiego irregolare, casalinghe.

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